Sono 393 i migranti tratti in salvo nella giornata di ieri dalla Guardia Costiera libica. A farlo sapere una nota del Viminale, nella quale si sottolinea che i soccorsi sono stati tutti riportati in Libia.
Il dramma dei migranti nel mare libico sembra non avere fine, dopo il gommone naufragato venerdì, ieri sono state tratte in salvo ben tre imbarcazioni. Le operazioni di soccorso, giunte dopo ore di disperata attesa, sono state portate a termine dalla Guardia Costiera libica con l’aiuto di Sea Watch. I migranti tratti in salvo sono stati distribuiti tra le città di Tripoli, Misurate e Al-Khoms. Il ministro degli Interni Salvini commenta così la notizia:
La collaborazione funziona, gli scafisti, i trafficanti e i mafiosi devono capire che i loro affari sono finiti. Meno partenze, meno morti, la nostra linea non cambia.
Non concordano dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, come scrive Carlotta Sami, la portavoce dell’UNHCR Italia:
Il ritorno di persone da acque internazionali verso la Libia è contro il diritto internazionale. Non c’è alcun porto sicuro in Libia ad oggi.
Dello stesso parere anche la ONG spagnola Open Arms. L’organizzazione ritiene che affidare i soccorsi alla Guardia Costiera libica sia un modo per aggirare il divieto di respingimento dei rifugiati. Human Rights Watch tiene a precisare che il rientro in Libia non va festeggiato, sottolineando come nel Paese sia in atto:
Un ciclo estremo di abuso che proprio le politiche dell’Italia e dell’UE hanno contribuito a creare.
Dall’Unione Europea si sottolinea il dialogo continuo con le autorità libiche, volto a promuovere il rispetto dei diritti umani di migranti e rifugiati.
Il Mar Mediterraneo si conferma cimitero dei migranti
Secondo i dati prodotti dal Viminale, i migranti sbarcati in Italia dal primo gennaio si attestano intorno alle 155 persone. Una netta diminuzione se si contano gli sbarcati dello scorso anno nello stesso periodo, ben 2730. Non si fermano tuttavia le morti, sono 170 le persone che hanno perso la vita in mare dall’inizio dell’anno. Le percentuali, rilasciate da OIM e UNHCR , stabiliscono che il 6,7% dei migranti in viaggio è annegato. In un comunicato, Unicef esorta i governi europei a concordare un approccio regionale per far fronte all’emergenza immigranti, in particolar modo dei bambini. Si stima, infatti, che siano circa 400 i bambini rifugiati arrivati sulle coste di Italia, Spagna e Grecia nel corso delle prime due settimane di gennaio.
Intanto Salvini torna ad accusare le ONG di favorire, con il loro operato, le partenze di barconi e gommoni dal Nord Africa e conseguentemente il numero delle morti. Tuttavia stando ai dati rilasciati dal ricercatore dell’ISPI, Matteo Villa, questo tipo di correlazione non sussisterebbe. I grafici di Villa si riferiscono all’arco di tempo che va dal gennaio 2016 all’aprile 2018 e sono stati ottenuti incrociando i dati della Guardia Costiera, dell’OIM e dell’agenzia ONU per i rifugiati.
Emanuela Ceccarelli