La start-up di Silvia Cavaniglia consente di fare riciclo fai-da-te, vendendo rifiuti con i quali verranno realizzati nuovi materiali.
Sembra quasi un’utopia quella di vendere i rifiuti in maniera consapevole a Roma, la città balzata alle cronache per il degrado urbano in cui versa ormai da anni. E forse proprio malgrado abbia preso vita in un quadro di abbrutimento generale la start-up di Silvia Cavaniglia è ancor più lodevole: al suo Box 95, nel mercato Trionfale, è possibile vendere i propri rifiuti (previa pulizia), che verranno compattati e poi rivenduti alle aziende in grado di produrre nuova materia dagli scarti.
Il Box 95 di Silvia Cavaniglia al Mercato Trionfale
Un piccolo esempio di riciclo fai-da-te è nato all’interno del Mercato Trionfale di Roma, a pochi passi da Metro Ottaviano e da San Pietro, dove una 46enne con alle spalle oltre 13 anni di servizio in una cooperativa satellite dell’Ama, ha dato il via a un progetto ambizioso quanto lodevole.
Al Box 95 si possono portare bottiglie di plastica, pentole vecchie, giornali, vecchi barattoli, caffettiere – che verranno poi selezionati, imballati e venduti alle aziende che si occupano di dare una nuova vita ai rifiuti (dall’olio esausto ad esempio si ricava il biodiesel. Oppure dalla plastica e dalla carta si possono ricavare nuovi oggetti).
Il recupero delle materie prime, oltre a consentire di eliminare i rifiuti in maniera intelligente e costruttiva e di non inquinare, avrebbe dato modo alla start-up di autosostenersi dal 2014 a oggi e di dare vita a nuovi box con lo stesso progetto sempre nei mercati rionali di Roma.
Nonsonorifiuti.it e il riciclo intelligente
“Un modo per creare ricchezza per tutti e non inquinare”, ha spiegato Silvia Cavaniglia in un’intervista a La Repubblica. Il sito della sua start-up Nonsonorifiuti.it conta più di 4.300 iscritti, e il progetto è stato accolto a braccia aperte da molti assidui frequentatori del Mercato Trionfale. A La Repubblica Silvia ha raccontato:
“C’è chi lo fa per guadagnare qualche soldino e chi perché così è sicuro che i rifiuti non vengano buttati in discarica, né nell’inceneritore, né tanto meno in mare.”
Il progetto di Silvia Cavaniglia consente a chi porta i rifiuti di aprire un proprio “conto” privato, dove di volta in volta verranno accreditati i soldi della vendita dei rifiuti. Guadagnata una piccola somma si può decidere se incassarla o fare un bonifico ad alcune associazioni no profit (come Croce Rossa, Lega arcobaleno, Emergency, ecc.) e soprattutto è una soluzione che nel suo piccolo cerca di offrire un’alternativa valida e costruttiva all’annoso problema dei rifiuti a Roma.