Il Coordinamento Nazionale dei No-Triv resta deluso dalla legge di Bilancio. Nelle ultime settimane giravano voci di emendamenti per limitare le attività esplorative.
Non ci sono state le innovazioni attese dai No-Triv nella Finanziaria 2019 e gli attivisti si dicono preoccupati.
“Da qualche giorno la Finanziaria 2019 è legge a tutti gli effetti: reca il numero 145 del 30 dicembre 2018 ed è in Gazzetta Ufficiale dal giorno seguente – scrivono gli attivisti sul sito del coordinamento – una prima lettura delle 211 pagine di cui consta l’articolato non rileva traccia di alcune innovazioni riguardanti le trivelle, di cui erano stati preannunciati i contenuti nel corso del tormentato iter di discussione ed approvazione”.
Eppure, un mese fa, le posizioni del Governo sulle trivelle, in particolare dei Cinque Stelle, sembravano diverse. Secondo Public Policy, ad inizio dicembre, l’idea sarebbe stata più articolata e prevedeva anche il lancio di un piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee.
Evidentemente il mondo Oil&Gas non deve aver preso bene le intenzioni dei pentastellati. Infatti, il 20 di dicembre scorso è arrivata la dichiarazione del Segretario della Lega Nord Romagna nonché Sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone, che fa chiarezza sulla situazione:
“Da giorni si sentono voci che seminano allarme ingiustificato nel comparto del settore energetico del Paese e, in particolare, del ravennate. Nel testo della manovra uscito dalla Camera non era presente nessuna voce in tal senso e, al Senato, l’emendamento Movimento 5 stelle che, secondo notizie stampa, sarebbe stato recepito dal ministero dello Sviluppo economico, è stato considerato al contrario inammissibile. Dunque, tanto rumore per nulla. Emerge tuttavia sempre più palese l’obiettivo di usare illazioni per creare scontento e diffondere timori gratuiti e illegittimi nei confronti dell’attività del Governo”.
Insomma, sono passati i tempi in cui il movimento di Di Maio urlava “Giù le mai dal nostro mare!” e la situazione è preoccupante.
Infatti, la Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente si è espressa di recente in senso favorevole a numerosi progetti petroliferi, in Campania ed in Basilicata, mentre si contano decine e decine di richieste di permesso per cercare ed estrarre idrocarburi in mare e su terra ferma.
Intanto, sono stati diversi gli interventi del sottosegretario allo Sviluppo economico con delega all’Energia Davide Crippa e della portavoce M5s Mirella Liuzzi che promettono “Nessun voltafaccia nessun ripensamento de M5s sulla questione petrolifera”.
Eppure, alla luce dei fatti, sorge spontanea la domanda del Coordinamento No-Triv: ” L’On Liuzzi ed il Sottosegretario Crippa ostentano sicurezza, ma su quali basi se il quadro normativo resta invariato?”
Marilena Passaretti