Vestire i panni di un mistificatore, costruire il proprio esercito di troll, e diffondere complotti per infiammare l’opinione pubblica. E’ quanto possibile con Bad News, il gioco online pensato per sensibilizzare gli utenti circa le implicazioni che la disinformazione può avere sulla propria vita quotidiana e sulla società nel suo complesso.
Bad News, il gioco online sviluppato dal gruppo media olandese DROG, è stato presentato sul Journal of Risk Research.
“Siamo un gruppo multidisciplinare di accademici, giornalisti ed esperti di media, provenienti da tutta Europa. Conduciamo ricerche, teniamo discorsi negli istituti di formazione, proponiamo workshop e programmi educativi e sviluppiamo strumenti innovativi per combattere la disinformazione. In collaborazione con l’Università di Cambridge abbiamo creato quello che possiamo definire un “innovativo vaccino” contro il virus delle fake news, per mostrarvi come vengono create notizie ingannevoli, e quali sono le tattiche utilizzate per diffonderle.”
In Bad News, i giocatori competono per diventare “un magnate senza scrupoli della disinformazione e delle false notizie”. Per vincere è necessario fabbricare una bufala “a regola d’arte”, cercando di ottenere il maggior numero di follower possibili, e facendo al tempo stesso attenzione a mantenere un buon livello di credibilità, affinché le fake news non risultino troppo ovvie.
Il gioco distilla l’arte del distorcere la verità in sei punti chiave, che le agenzie di stampa fasulle comunemente utilizzano: il “discredito”, il “trolling”, l’ ”impersonificazione”, lo “sfruttamento emotivo”, la “polarizzazione” e la “cospirazione”.
Ogni volta che un giocatore dimostra talento per ciascuno di questi, è ricompensato con un “distintivo”.
Le remore morali non sono ammesse: chi si rifiuta di diffondere le false notizie esce dal gioco!
Conoscere il proprio nemico per poterlo sconfiggere
Se tutto questo può apparire come una contraddizione, Sander van der Linden, direttore del Cambridge Social Decision-Making Lab spiega invece:
“Crediamo che questo sia il modo migliore per coltivare il proprio sesto senso nel riconoscere le fake news. Iniziando a creare notizie false, scopri quanto sia facile e alla portata di tutti fare volontariamente della disinformazione. Facendoti sperimentare come funzionano, aumentiamo la tua resistenza ad esse.”
Nel corso del gioco si raccolgono ulteriori dati utili alla ricerca. Infatti, ciascun partecipante è sottoposto ad un questionario, che misura la sua capacità di riconoscere una notizia falsa prima e dopo la partita, e alla fine ottiene uno schema riassuntivo con le caratteristiche principali da tenere a mente per riconoscere una fake news.
Ad ogni step, ai giocatori viene inoltre chiesto quali sono le “emozioni” che provano circa le loro azioni, promemoria di quale possa essere alla fine dei “giochi” il conto da presentare alla propria coscienza per diventare un maestro della disinformazione.
Quali sono quindi i meccanismi utilizzati dai fakers?
• L’assunzione di un’identità credibile;
• La capacità di suscitare e sfruttare emozioni estreme, come rabbia e paura;
• L’avvallamento di teorie cospirazioniste e l’esasperazione di polemiche esistenti;
• L’allestimento della cosiddetta “macchina del fango” per gettare discredito su qualunque oppositore.
Il gioco consente inoltre l’utilizzo dei cosiddetti “bot” di Twitter, per simulare che un post abbia ricevuto parecchie interazioni. Da ricerche inerenti al progetto, si scopre che circa il 15% degli account Twitter (47 milioni) è costituito da bot, cioè profili robot dietro i quali si nascondono software che possono emulare il comportamento umano, accedere alla rete tramite gli stessi canali utilizzati da utenti in carne e ossa, e creare interazioni. Sono inoltre capaci di migliorare queste capacità in maniera esponenziale grazie al “machine learning”: più interagiscono con persone reali più aumenta la loro capacità di analisi del linguaggio e la precisione delle loro azioni.
Naturalmente questi account rappresentano una vera e propria “cassa di risonanza” nella diffusione delle notizie, false e non.
Il sapere è potere
Dietro le fake news si cela quindi una vera e propria industria, alimentata dal fatto che gran parte della popolazione utilizza come principale canale di informazione i social media.
Eppure può essere abbattuta con una semplice arma, la conoscenza.
“La disinformazione può essere contrastata in molti modi: modificando gli algoritmi di ricerca e visualizzazione dei motori di ricerca o dei social media, bloccando determinati siti Web, aumentando le campagne di sensibilizzazione o attraverso l’educazione. Se impari come viene creata la disinformazione e perché esiste, puoi proteggerti da essa.”
Questo quindi l’obiettivo di Bad News, il gioco online che si ripropone di “vaccinare” il pubblico contro la disinformazione.
Eppure c’è da chiedersi se, nonostante il nobile intento, non ci sia il pericolo che questo gioco possa invece indurre qualcuno a passare al “lato oscuro”.
Prima di sottoporci a questa singolare “cura”, basterebbe ricordare che il primo antidoto contro le fake news è tanto ovvio quanto banale: Leggere la notizia, e non fermarsi ai titoli sensazionalistici. Poche righe potrebbero infatti bastare a risvegliare il nostro senso critico ed insinuare – almeno – il dubbio che siamo di fronte ad una bufala.
E’ importante condividere responsabilmente! Un semplice “click” può rappresentare un insulto alla nostra intelligenza, e troppo si dimentica che notizie false virtuali possono avere pericolose conseguenze reali.