Rocco Casalino e le sue gaffe
Potrebbe essere il nome di una nuova sit com, uno show per famiglie o un titolo di giornale. Ma, di quotidiani e siti d’informazione dedicati alle vicende del capo della comunicazione del Movimento 5 stelle, è piena la rete. Dopo le intercettazioni dei messaggi vocali sulle “ferie mancate”, la carriera di Rocco Casalino è stata analizzata attentamente, attraverso un percorso a ritroso nel tempo, che inizia subito dopo la sua uscita dalla casa del “Grande Fratello”.
In realtà, Rocco Casalino è stato uno di quei personaggi dalle ambizioni troppo sottovalutate. A partire dalle sceneggiate metro-sexual nella “casa”, fino ai litigi televisivi, il personaggio aveva già previsto dove lo avrebbe portato quella strada.
Sostanzialmente Casalino appartiene a quella generazione di mezzo dello show business italiano, che vede nella culla dei “Reality show”, il battesimo di fenomeni trasversali, le cui origini sono più lontane; precisamente a quando i due futuri “Mattei” della politica facevano il loro esordio, durante un quiz a premi.
Lungi dal rivisitare Umberto Eco e la sua Fenomenologia di Mike Bongiorno, ma in quel momento sarebbero state poste le fondamenta per il passaggio dalla tv generalista a quella sensazionalista.
In un lasso di tempo non preciso, questi volti nuovi dello spettacolo hanno avuto il tempo di costruirsi un’immagine precisa. La stessa cosa vale anche per Rocco Casalino.
Egli ha giocato la carta del “finto scemo per non andare in guerra”, ma con un piede già nella trincea, pronto a farsi crocifiggere per un bene più grande: il successo.
Per fare ciò il portavoce del Premier Conte ha colto ogni possibile occasione, per creare il personaggio che tutti vogliono vedere: un ingenuo studente che si trasforma in un uomo cinico, arrogante e pieno di pregiudizi. Anche nel video pubblicato su YouTube da Arcade TV, Casalino mette a frutto quello che ha imparato.
Nel filmato, risalente al 2004, vediamo Casalino mentre interviene ad una lezione del corso di giornalismo tenuto da Enrico Fedocci. Dopo una serie di domande e risposte, il portavoce del presidente del Consiglio riprende le redini e comincia a pronunciare una serie di commenti discriminatori nei confronti di anziani, disabili e bambini.
“I vecchi mi fanno schifo“, esordisce l’ex ingegnere, estendendo la sua insofferenza verso altre categorie deboli. “Tutti i ragazzi Down mi danno fastidio. Non ho nessuna voglia di relazionarmi a loro, nessuna voglia di aiutarli. È come se ti fa schifo il ragno: io provo fastidio, provo imbarazzo, non so come spiegarlo.”
La marea di orrore che si leva è immediata: la sfrontatezza, il cinismo e (se rimane tempo) l’ignoranza lessicale verso i congiuntivi, questa volta non possono passare inosservati.
Molti però si limitano a dare una valutazione generica, attribuendo all’ennesimo scivolone del portavoce grillino la percezione artefatta di una generazione disposta a tutto, per un pugno di click; fermo poi ritrattare quanto detto, in caso di fraintendimento.
Questo sistema è lo stesso che veicola le cosiddette “fake news” ed è possibile che, anche in questo caso, vada fatta un’analisi più approfondita. Basta andare indietro di quattro anni, quando lo stesso Casalino scriveva sul Blog di Beppe Grillo di aver frequentato il Centro teatro attivo di Milano. Durante il corso di recitazione, a ogni allievo veniva assegnato lo sviluppo dei personaggi e a lui fu affidato proprio il ruolo di un personaggio snob, classista, xenofobo e omofobo.
In quella controversa lezione, Casalino affermava di aver messo in pratica la sua strategia comunicativa, incentrata sulla provocazione del politically uncorrect, per spiegare i meccanismi segreti dei media.
Per alcuni questo potrebbe bastare a sollevare, per una volta, Rocco Casalino dallo stereotipo che egli ha contribuito a creare di sé, ma per molti rimane il dubbio: “ci è o ci fa?
Chi è veramente Rocco Casalino? Un abile stratega della comunicazione, che ha imparato a usare le tecniche più estreme per far parlare di sé? Uno che aveva già capito tempo addietro che la classe media e bassa predilige l’uomo di potere presuntuoso e arrogante? Un personaggio capace di trasformare l’indignazione popolare, in mezzo per ottenere pubblicità e successo?
Ai posteri e non ai post, l’ardua sentenza.
Fausto Bisantis