Timidezza. E’ quel tratto di personalità che caratterizza in varia misura il comportamento di un individuo. Comporta atteggiamenti impacciati, ritrosia, esitazione, e senso del pudore. Una minore socialità, insomma, e per talune persone può addirittura rappresentare la peggiore delle condanne.
Timidezza. Un termine, che indica una qualità, più che una condanna, che al giorno d’oggi non viene più contemplata.
_“Rose n’est pas rouge”. 2 anni fa acquistai alla meravigliosa fiera di Bologna, un album illustrato, una storia decisamente interessante, che si srotola lungo le illustrazioni al vivo realizzate magistralmente da Marina Marcolin, abbracciando le diverse ali della poesia.
La storia parla di una bambina che arrossisce spesso, ed è affetta da una patologia cronica: la timidezza.
_Rose ha sei anni, porta la frangetta, tagliata a zigzag, ma vorrebbe che i suoi capelli le coprissero interamente il viso.
E’ un difetto d’indole, che merita d’essere ribaltato nell’era dell’esibizionismo. Eppure dimostra estrema educazione, e anche un sacro rispetto per lo sguardo d’opinione altrui.
Lo si vede nel desiderio di inabissarsi, e in quella di sprofondare, pur di non figurare.
_Rose vorrebbe essere invisibile, e invidia il potere dei camaleonti, di mimetizzarsi in ogni occasione. Lei invece porta il peso di una terribile condanna: ad ogni sguardo, diventa rossa, rossa, sempre più rossa.
La timidezza è da sempre considerata una prerogativa dei più deboli; riguarda maggiormente donne e bambini, le creature per così dire innocenti, da mettere in salvo in caso di pericolo.
_Rose arrossice violentemente, più volte al giorno. Il rossore le infiamma il volto, avvampando nelle gote, fino alle radice del cuoio capelluto.
La timidezza, in una società come la nostra, è considerata quasi un handicap, da perdenti, uno stato di estrema confusione. Con la pavaldità e la goffaggine dell’imbranato, una persona timida, è chi non sa stare al mondo.
Ebbene, io non so stare al mondo, se il canone di una vita, esaltato dai media, è la sfrontatezza, rivenduta come solarità, l’estroversione, l’imporsi ad ogni costo, a prescindere da qualunque cosa, l’arroganza, il mettersi in mostra, anche quando si sconfina nell’invadenza.
_“Rose è tutta rossa, Rose è tutta rossa!” Alle urla dei compagni dispettosi, il suo rossore aumenta, diventando fuoco. Il volto quasi le fa male, le lacrime le pungono gli occhi, domandando timidamente il permesso di inondare le gote.
Non si può. Non si può proprio.
La timidezza, inoltre, produce ogni sorta di manifestazioni fisiche; si inizia a tremare, balbettare, sudare freddo, ad avere le mani perennemente bagnate.
Con il passare del tempo si nascondono molte cose, ma l’effetto dell’emozione, che aumenta la pressione sanguigna, provocando una dilatazione dei vasi del viso, infuocando il volto; quello non si nasconde neanche con un buon fondotinta… Si parla di timidezza. Ebbene si, sono timida. E la timidezza sopraggiunge in una società che ti richiede la perfezione, l’impeccabilità, le idee chiare su tutto. Vorrei fare tutto, ma la paura di sbagliare mi schiaccia.
_Quando la maestra la interroga alla lavagna, Rose vorrebbe che, in un sol colpo, la terra si aprisse sotto i suoi piedi, per inghiottirla.
Con l’esperienza, durante la crescita,i tratti del carattere si ammorbidiscono, alcuni spigoli vengono smussati, e anche la timidezza, quel terribile peccato capitale, viene domata, ammaestrata, come un leone, viene chiusa in gabbia. La vita richiede altro, la vita vuole altro, la vita pretende altro.
Eppure il timido fatica a telefonare, abbassa lo sguardo, sfugge con gli occhi, corre lontano, si osserva la punta dei piedi. Il timido non sceglie mai la prima fila, ma neanche l’ultima; in auto s’infastidisce se qualcuno lo tallona, e preferisce farlo passare. Sorride nascondendosi, quando si parla di lui; e anche per strada, avverte il respiro alle sue spalle, di chi gli cammina dietro. Telepatia? Sensibilità, sensibilità e timidezza, due qualità più uniche che rare, dimenticate dalla frenesia quotidiana.
Quindi, smettiamola di nasconderci dietro a mille maschere di gomma, perchè quando qualcosa ci colpisce nel profondo, lacerandoci l’anima, accarezzandoci le corde di quei sentimenti, assopiti da troppo tempo, ecco che il viso infiamma, rosso, rosso, e sempre più rosso; esattamente come Rose.
Sono timida, si. E non smetterò mai di esserlo.