Il fenomeno del miele contraffatto cinese è dilagante, dopo lo scandalo australiano delle scorse settimane anche l’Italia ne è risultata vittima.
Il miele cinese è trattato in modo industriale, pratica assolutamente vietata dalle leggi UE. Dal Ministro delle politiche agrarie ancora nessuna risposta in merito alle precauzioni da prendere, non ci resta che tutelarci da soli.
Un problema globale
Tutto ha inizio quando Robert Costa, agricoltore australiano, commissiona al laboratorio tecnico tedesco Quality Services International (QSI) due diversi tipi di test su 28 campioni di miele prodotti in Australia. Quasi la metà dei campioni è risultato contraffatto. Il miele, addizionato con sciroppi di edulcoranti, sarebbe stato distribuito a tutti i più grandi supermercati del paese senza che ne fossero consapevoli.
La scoperta dell’agricoltore ha messo in moto ricercatori e stampa. Il quotidiano australiano Sidney Morning Herald ha infatti denunciato il più grande produttore australiano di miele, Capilano, costringendo altre grandi catene come Aldi a ritirare i propri prodotti dagli scaffali dei supermercati.
Coordinati dal professor Mark Taylor, molti ricercatori hanno portato avanti gli studi prelevando campioni da oltre 100 marchi diversi di miele, sia australiani che asiatici. I risultati sono preoccupanti: dei mieli australiani quasi uno su 5 è risultato adulterato, contro un complessivo 27% di barattoli falsificati senza indicazione sull’etichetta. I mieli provenienti dalla Cina sono risultati i più manomessi: oltre la metà dei campioni risultavano diluiti con altri ingredienti.
Non è certo l’unico caso di miele adulterato. Nel 2011 negli Stati uniti la Food Safety News aprì un’inchiesta che dimostrò la presenza sugli scaffali dei supermercati di miele considerato pericoloso. Quel miele veniva dall’Asia e dall’India ed era carico di piombo, metalli pesanti e antibiotici naturali.
Anche l’Europa non è al sicuro da tempo. L’ultimo Piano di controllo coordinato dell’Unione Europea ha rivelato la presenza di miele annacquato e adulterato con sciroppo di mais, barbabietola e di riso in diverse nazioni.
Il caso italiano
Diego Pagani è il presidente della Conapi, il Consorzio nazionale apicolo che ha lanciato l’allarme:
“Ormai in Cina il miele neanche lo raccolgono, lo fabbricano direttamente e una frode del genere è anche difficile da smascherare. Nel 2016 è crollata la produzione a causa dei cambiamenti climatici e dell’uso dei pesticidi e l’annata si preannuncia la peggiore da 35 anni a questa parte. Di conseguenza i prezzi aumenteranno e con loro anche il rischio delle frodi“.
La prima minaccia italiana arriva dalla Bulgaria, uno dei paesi Europei più soggetti a questa truffa. Per questo motivo le aziende italiane sotto Conapi non comprano più miele Bulgaro, pratica che avveniva per sopperire alla carenza produttiva. Nonostante queste misure tutelari, il miele contraffatto è arrivato lo stesso in Italia.
Secondo Pagani l’insidia maggiore è quella cinese: “La contraffazione a base di sciroppo di riso è difficile da scoprire perché gli zuccheri contenuti sono talmente simili a quelli naturali del miele che anche con le analisi isotopiche – le più specifiche previste, ndr – è complicato smascherarla”.
Inoltre, vengono ideati sempre nuovi sistemi per contraffare il miele e i sistemi analitici riescono a riconoscere l’adulterazione solo dopo che il prodotto è entrato nel paese, quindi troppo tardi.
Perché il miele viene contraffatto
Il miele è un prodotto molto pregiato, frutto di anni di lavoro e collaborazione tra api e apicoltore. È un prodotto delle api e non da laboratorio, per questo richiede tempo, pazienza e esperienza. Questo prodotto diventa ogni anno più prezioso per via dei frequenti cambiamenti climatici, ai quali né api né apicoltori sono in grado di fare fronte, se non cercando di limitare i danni.
Al contrario, dal 2010 la domanda globale di miele è cresciuta mediamente di 20mila tonnellate all’anno. Le grandi aziende, per non subire perdite e soddisfare la domanda in crescita, spesso allungano i prodotti dell’alveare con zuccheri di varia origine o direttamente mischiandoli a mieli di bassissima e dubbia qualità.
Questo atteggiamento distrugge la genuinità di questo prodotto portentoso. Il database americano di Pharmacopeia’s Food Fraud di quest’anno indica il miele quale terzo alimento a livello mondiale soggetto a contraffazione, preceduto solo da olio d’oliva e latte.
Come viene contraffatto il miele
Il miele cinese è spesso irregolare secondo le leggi europee poiché spesso viene raccolto immaturo. Viene poi portato nelle fabbriche, dove gli stessi uomini lo lavorano e lo filtrano deumidificandolo. I processi di essiccazione e maturazione avvengono quindi lontano dall’alveare. Questo lavoro spetterebbe però alle api, motivo per il quale il prodotto finale risulta privo delle caratteristiche componenti del miele. Si aggiunge inoltre sciroppo di riso e polline, diventando a tutti gli effetti un prodotto da laboratorio.
Nonostante i controlli e le precauzioni sull’import, il falso miele spesso trova le porte aperte per favorire i grandi traffici commerciali a discapito del consumatore. È quindi nostro compito difenderci.
Come fare per tutelarsi
Il monitoraggio BeeNet è fermo da due anni e il Ministro Centinaio non si è ancora espresso in merito. Non ci resta che contare sulle nostre forze. Ecco alcune accortezze per stare alla larga dal miele adulterato:
- Leggere l’etichetta
Fate attenzione all’origine del prodotto, se potete scegliete sempre quello italiano. Assicuratevi inoltre che sulla lista degli ingredienti non ci sia scritto “sciroppo ad alto contenuto di fruttosio” oppure “glucosio commerciale”, ovvero gli additivi in genere utilizzati per allungare il miele. Se il miele è puro non necessita di alcun conservante poiché in quanto elemento stabile è lui stesso conservante.
- Il metodo del fiammifero
Basta prendere un cucchiaino di miele e dargli fuoco. Se il miele brucia, significa che è puro. Il miele impuro o di scarsa qualità contiene infatti acqua, quindi non prende fuoco.
- Acquista direttamente dal produttore
In generale, onde evitare truffe la scelta migliore è sempre comprare direttamente dal produttore. Individuare un apicoltore di fiducia è l’unica garanzia di un prodotto di qualità e non contraffatto. Questa scelta è doppiamente salutare: per il consumatore, che è sicuro della purezza del prodotto, e per la nostra economia, contribuendo ad alimentare il mercato italiano dei piccoli produttori agricoli. Il prezzo è solo di qualche euro superiore al prodotto del supermercato, ed anche questo è indice di qualità e purezza.
Annalisa Ramos