“Bansky, il “noto ignoto” arriva a sorpresa nella Capitale con la più grande mostra mai dedicata e 150 opere su guerra, capitalismo e libertà.
Chiunque sia Bansky, ancora non l’abbiamo capito, nonostante l’ultimo tentativo, fatto dalla Queen Mary University, di tracciare un geographic profile dell’artista secondo le tecniche della criminologia.
Se pure Bansky fosse davvero Robin Gunningham, come risulta da questa ricerca, al mondo intero importerebbe ben poco: ad ispirare milioni di persone, davvero non è il nome di Bansky ma i suoi incredibili graffiti.
Nelle opere dell’artista di Bristol, siamo stati abituati ad osservare la denuncia del sistema, la polemica contro la guerra, la globalizzazione e il capitalismo, contro le discriminazioni di genere ed identità sessuale, il surriscaldamento globale. Con ironia ed intelligenza, Bansky raffigura con la tecnica dello stencil il mondo in cui viviamo e il suo messaggio non potrebbe essere più immediato: la società che abitiamo non funziona, si basa solo su sciocche discriminazioni e prepotenze armate.
Per questo, nel 2005 volò in Gisgiordania e realizzò un graffito sull’imponente muro di cinta che gli Israeliani avevano costruito ai margini della Palestina. “La più grande prigione a cielo aperto”, commentò Bansky che nel 2015 tornò a Gaza per realizzare un gigantesco gattino sul muro di quello che, prima dei bombardamenti, doveva essere stato un palazzo. “Volevo mostrare al mondo la distruzione di Gaza, mettendo le foto sul mio sito, ma la gente guarda solo foto di gattini”.
Il museo della Fondazione Roma, in via del Corso, in collaborazione con l’ Andipa Gallery di Londra (maggiore riferimento di Bansky), sta organizzando la più grande mostra mai dedicata all’artista inglese, con 150 opere provenienti da collezioni private, nessuna “staccata” da mura cittadine. Dal 24 Maggio aprirà questa imponente, mai realizzata prima, esposizione, suddivisa in tre sezioni: War, Capitalism and Liberty, all’interno delle quali la funzione educativa delle opere sarà spiegata ai bambini (ma anche agli adulti) tramite uno spazio interattivo.
La Fondazione Roma e la sua attitudine ad allestire mostre insolite – e per questo interessantissime -, ne suggerì l’interesse verso la street art, già nel finanziare il progetto “Big City Life” per la realizzazione dei murales tra i lotti delle case popolari di Tor Marancia, noto quartiere romano.
Aspettiamo di partecipare a questa mostra interessante, lasciandoci sorprendere ancora dalla lucida denuncia di un artista fuori dal comune, pronti a riflettere sul suo messaggio a forma di stencil.