Gli immigrati portano delinquenza e malattie: queste le convinzioni di molti, basate più che altro su campagne elettorali mai terminate. Ma a svelarci quanto questo pregiudizio sia sbagliato è niente meno che Famiglia Cristiana. In un articolo di Stefano Pasta, del 16 luglio, il giornalista ci ha spiegato come, se un dato statistico viene messo in circolazione senza contesto, non solo può causare confusione, ma addirittura ribaltare la realtà.
Tenetevi forte: gli immigrati non delinquono di più
Qualche settimana fa il Giornale ha pubblicato un articolo molto enfatizzato sul tema. L’articolo cominciava con ‘tenetevi forte’ e raccontava dei dati statistici.
Riprendendo uno studio della Fondazione Hume curato dal sociologo Luca Ricolfi, il pezzo voleva porre l’accento sull’aumento della criminalità degli immigrati in Italia. Il primo esempio è stato fatto riportando i dati degli imputati extracomunitari in Italia che sarebbero aumentati del 22%. Questo dato non considera però che gli immigrati sono quasi duplicati nello stesso lasso di tempo (dal 2006 al 2015) di quasi l’88%.
Il trend statistico inserito nel contesto temporale di riferimento, racconta, essenzialmente, tutta un’altra storia.
Le violenze sessuali
Un altro dato distorto, se decontestualizzato, riguarda l’aumento delle violenze sessuali. Questo tipo di reato, sempre considerando gli immigrati, prendendo il triennio 1995-1997 e 2013-2015, vedrebbe il numero di episodi aumentare da 317 a 1050. Anche in questo caso non si tiene conto che gli immigrati stranieri dal primo periodo preso in considerazione, all’ultimo sono aumentati di circa 7 volte: da 700mila a 5 milioni. Ed ecco che, come per magia, incrociando le statistiche quello che ne risulta è esattamente il contrario: l’ incidenza degli imputati stranieri sul totale dei residenti stranieri è diminuita nel tempo.
Quanto conta l’essere in regola
Se si volessero prendere le statistiche per fare ragionamenti costruttivi e non propaganda dell’odio, sarebbe bene considerare quanto conti, per esempio, l’essere in regola per gli immigrati. Potersi inserire (svolgere un lavoro in regola e poter affittare un alloggio, ecc..) dimezza la criminalità tra gli immigrati. Questo secondo uno studio portato avanti dalla Bocconi e coordinato dal professor Pinotti, il quale è grande sostenitore della tesi della regolarizzazione.
«Ricevere il permesso di soggiorno abbassa la propensione a commettere crimini, che sono sostituti imperfetti di attività economiche legali».
Marta Migliardi