Esponente dell’iperrealismo europeo, nasce nel 1942 a Vienna e si stabilisce poi a Montet-sur-Cudrefin in Svizzera, dove è residente tutt’ora. La sua arte è caratterizzata dall’habitus di pitture monocrome, costituite principalmente da disegni dotati di virtuosità, perfezione tecnica e semplicità nell’oggetto rappresentato.
Il suo universo è quello intriso di quotidianità e banalità, che nella sua ripetitività asettica, esce fuori dagli schemi, e risulta singolare nella sua misera espressività. La contestualizzazione e la decontestualizzazione agiscono in egual misura nel suo mood artistico.
Hofkunst non si pone in relazione con la realtà, ma la rappresenta meccanicamente, anonimamente, come un’istantanea fotografica. Assenza di tempo e tensione all’unisono. E’ volontario il suo rifiuto di entrare in rapporto con l’universo delle cose circostanti. La sua è una riproduzione fedele anche nelle dimensioni, come un doppione del reale, ma è proprio questa sua peculiarità a creare uno stato di alienazione e di iper-oggettività surreale che conferisce uno status insolito alle sue opere.
Disinteresse dell’artista sul piano ideologico, una ascesi che in realtà denota un distacco ironico. Un’osservazione che porta alla parossistica rappresentazione del fenomeno visibile in tutti i suoi minimi particolari prospettici. Questa iper-realtà si tramuta in “una natura morta”, densa di realismo magico. L’assenza di vitalità e di colore creano un effetto surreale.
L’oggetto che l’artista vuole rappresentare è già presente come prodotto finito, prima della sua realizzazione sulla tela. Forma e contenuto coincidono. Eliminato il dato naturale, resa l’atmosfera priva di respiro regna sovrano solo l’oggetto in sé, solitamente ritratto, nudo e crudo, in forma frontale, quasi a poterlo toccar con mano.
Cinismo e ironia che dissacrano silentemente il reale. Una sur-realtà, un mondo dotato di una materialità quasi soffocante. L’obiettivo dell’artista è di mettere a nudo il visibile per renderlo oltre la sua stessa oggettività; ironizzare finemente sul concetto di assenza, presenza.
L’iperrealismo di Hofkunst lo rende sui generis all’interno del movimento artistico poiché è presente nella sua opera un modo del tutto innovativo nell’approcciarsi al vero. Paradossalmente col suo “non” coinvolgimento sensoriale ed emotivo riesce a trasmettere tutta la sua poetica, in modo istantaneo ed incisivo, votata apparentemente alla contemplazione passiva degli oggetti. In realtà fornisce la sua visione di una opprimente e destabilizzante realtà che tradisce lo sguardo e si nasconde dietro una immaginifica veste.