Secondo la storia l’antica cisterna della Piscina Mirabilis fu costruita per creare un imponente serbatoio terminale dell’Acquedotto romano del Serino (Acquedotto Augusteo). Costruito per rispondere alle esigenze idriche di numerose città lungo il suo percorso, e approvvigionare la flotta navale – la cosiddetta “Classis Praetoria Misenensis Pia Vindex“-. Istituito dall’Imperatore Ottaviano Augusto tra la fine del I sec. a.C. e gli inizi del I sec. d.C. a Miseno. Posizione geografica che permetteva il controllo del Tirreno e un rapido intervento nel mare nostrum. L’altra base navale era stata istituita presso Ravenna, per il controllo dell’Adriatico.
La cisterna si presenta con dimensioni plano-volumetriche importanti, è stata completamente scavata nel tufo della collina prospiciente il porto. A circa 8 metri sul livello del mare. Di pianta rettangolare, è alta circa 15 metri, lunga 72 e larga 25, con una capacità di circa 12.600 metri cubi d’acqua. Sormontata da un soffitto con le volte a botte, sorretto da 48 pilastri a sezione cruciforme, disposti su 4 file da 12.
La struttura muraria è realizzata in “opus reticulatum” – tecnica edilizia romana – . Lungo le pareti laterali una serie di finestre che consentivano l’illuminazione e l’areazione dell’ambiente. Sul fondo della navata si trova, invece, una piscina limaria – vasca utilizzata per la decantazione e lo scarico per la pulizia e lo svuotamento periodico – .
Nella Piscina Mirabilis l’acqua non c’è e lo spazio la evoca
Definita il tempio dell’acqua. L’appellativo “Piscina Mirabilis” è da attribuire al poeta Francesco Petrarca che nel corso di una sua visita la defini : “Ammirabile”. Uno spazio tecnico infrastrutturale non pensato per esser visto – una bellezza non intenzionale e non per incantare un pubblico – da chi lo costruì che, con spontaneo rigore, diede semplicemente forma alla “volontà di un’epoca”.
Un luogo che almeno una volta nella vita va visitato, situato in via Piscina Mirabile a Bacoli, come tutto il territorio di Miseno ricco di storia e archeologia. Nell’età augustea Bacoli – allora chiamata Bauli – diventò persino il principale distaccamento militare e capitale elettiva della politica. Della cultura e della mondanità. unitamente alla vicina Baiae. Simmaco scrisse di Bauli: «Lasciai quel luogo perché c’era pericolo che se mi fossi affezionato troppo al soggiorno di Bauli, tutti gIi altri luoghi che mi restano da vedere non mi sarebbero piaciuti».
Dell’antica Bauli si preservano ancora oggi i resti delle Cento Camerelle, della Piscina Mirabile, del cosiddetto Sepolcro di Agrippina. Le antiche città romane di Baia – i cui resti si estendono fino al Fusaro -, Miseno con l’annessa Miliscola (da militum schola), sede della flotta pretoria degli imperatori romani. Infine ancora una piccola porzione dell’antica città greca di Cuma.
Straordinaria opera dell’Impero Romano
Pur non essendo il più vasto mai esistito, l’Impero Romano fu qualcosa di unico del suo genere. Considerato il più longevo e grande per gestione, qualità del territorio e organizzazione socio-politica. La straordinaria durata, l’opera di civilizzazione, e l’effetto sul futuro del mondo, fanno di questo impero un regno alla base di tutta la cultura occidentale. Oltre ad uno dei più grandi di sempre. L’importante segno lo troviamo in tutti i territori conquistati con la costruzione di città, strade, ponti, acquedotti e fortificazioni. Esportando ovunque il loro modello di civiltà positivo e al contempo integrando popolazioni e civiltà assoggettate in un processo profondo.
I Romani proseguendo nell’edificazione di opere di grande impegno manifestarono l’eclettismo anche in opere della massima committenza pubblica. Ad esempio gli acquedotti, simbolo di tecnologia e civiltà, che consentiva l’approvvigionamento idrico di portata eccezionale. A dimostrarlo sono le grandiosi costruzioni ereditate. Emblema di un ingegneria antica ancora oggi ammirata e ammirevole. Probabilmente non tutti conoscono quello che è uno dei più importanti depositi idrici del mondo romano situato a ridosso del golfo di Miseno – altura vulcanica di 164 metri – punta estrema della penisola flegrea nel comune di Bacoli in provincia di Napoli.