Se si andasse a votare nuovamente, Silvio Berlusconi avrebbe tutto il diritto di candidarsi alla Camera dei Deputati o al Senato della Repubblica. Il leader di Forza Italia infatti ha ottenuto dal tribunale di sorveglianza di Milano la riabilitazione. Questa decisione, scrive il Corriere della Sera, cancella tutti gli effetti della condanna penale subita nell’ambito del processo sui diritti Mediaset nel 2013. Da questo era poi scattata l’incandidabilità imposta dalla Legge Severino.
La sentenza di condanna e i ricorsi
Berlusconi era stato condannato definitivamente per frode fiscale l’1 agosto 2013 dalla Corte di Cassazione. La condanna prevedeva quattro anni di reclusione, tre dei quali erano stati però gli furono condonati. Berlusconi ha espiato il resto della pena tramite l’affidamento in prova ai servizi sociali. In particolare, ha dovuto recarsi per quattro ore, un giorno alla settimana, nell’Istituto “Sacra Famiglia” di Cesano Boscone. Qui ha svolto fino al marzo del 2015 attività di volontariato a favore degli anziani ricoverati.
Poi gli avvocati Franco Coppi e Niccolò Ghedini avevano depositato nella cancelleria del Tribunale di Milano l’istanza con la richiesta di riabilitazione. Nel tardo pomeriggio di ieri, è stata presa la decisione in camera di consiglio. I legali di Berlusconi avevano anche presentato il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, contestando l’effetto retroattivo che la legge Severino avrebbe avuto sulla sua posizione giuridica. L’udienza di fronte ai giudici di Strasburgo si è svolta il 27 novembre dell’anno scorso. Tuttavia la decisione è prevista per il prossimo autunno.
Che cosa comporta la riabilitazione
Sulla base dell’articolo 178 del codice penale, la riabilitazione estingue le pene accessorie ed ogni altro effetto penale della condanna. Così, Berlusconi riacquista la possibilità di candidarsi, preclusa dalla legge numero 235 del 2012 per chi abbia riportato determinate condanne penali. Tuttavia, dopo l’espiazione, il condannato deve aver dato prove effettive e costanti di buona condotta e di essersi reinserito nella comunità rispettandone le regole.
La questione qui si fa più delicata perché Silvio Berlusconi è attualmente coinvolto in altri procedimenti penali, legati al caso Ruby. Qui l’accusa è di corruzione in atti giudiziari. Avrebbe pagato un ventina di testimoni affinché dicessero il falso nei processi sulla vicenda della marocchina Karima El Mahroug, ospite nel 2010 nelle serate ad Arcore. Il problema è che alcune delle imputazioni si riferiscono a pagamenti di fine 2016, quindi durante i tre anni di buona condotta previsti per ottenere la riabilitazione. La Cassazione, però, ha anche stabilito che la pendenza di procedimenti penali “non può essere ostacolo alla concessione della riabilitazione“.
Rossella Micaletto