Un nuovo studio olandese, pubblicato sulla rivista Occupational & Environmental Medicine, dimostra che crescere nei pressi di allevamenti possa diminuire notevolmente il rischio di sviluppare allergie nel corso della propria vita.
Da tempo è stato dimostrato che i bambini che crescono in una fattoria in cui si pratica anche l’allevamento hanno una minore incidenza di allergie. Un dato che trova una possibile spiegazione nella cosiddetta “teoria igienica”, ovvero l’ipotesi – piuttosto condivisa tra gli esperti – che la vita asettica a cui siamo abituati oggi in città sia un fattore predisponente per l’insorgere di allergie. E che, viceversa, la maggiore esposizione a microbi che ha un bambino crescendo, ad esempio, a contatto con gli animali da fattoria aiuti il sistema immunitario a svilupparsi correttamente, diminuendo il rischio di soffrire di allergie.
I ricercatori danesi hanno coinvolto nel loro studio oltre 2500 adulti di età compresa tra i 20 e i 72 anni, sottoponendo i partecipanti a un questionario per conoscerne le abitudini e individuare il luogo in cui fossero cresciuti, e un campione di sangue con cui verificare se soffrissero o meno di allergie. E’ risultato che la vicinanza di un allevamento di animali durante l’infanzia è correlato a un minore rischio di soffrire di atopia, la predisposizione a sviluppare alcuni tipi di riniti allergiche, asma e dermatiti.
La presenza di allevamenti animali nei pressi delle abitazione infatti non sarebbe esente da potenziali pericoli per la salute, derivanti non tanto dalla maggiore esposizione a batteri e patogeni, quanto piuttosto alle emissioni di particolato e ammoniaca provenienti dagli allevamenti. Insomma, se i risultati saranno confermati in futuro da studi più solidi ,la vita nei pressi degli allevamenti di animali potrebbe essere considerata addirittura benefica. Conoscere quindi sia i rischi che i potenziali i benefici potrebbe aiutare a valutare con più precisione l’impatto degli allevamenti sulla salute.
Alessandra Serratore