Spesso ci si chiede se abbia ancora senso, oggi, professarsi antifascisti. Probabilmente per rispondere basta ricordare che il 4 marzo scorso sulle schede elettorali erano presenti anche simboli riconducibili a Casa Pound e Forza Nuova. Certo, non hanno superato la soglia di sbarramento e, dunque, i loro rappresentanti non siedono in Parlamento.Tuttavia, quasi 400.000 italiani hanno votato partiti dichiaratamente fascisti. Precisamente, 280.000 voti per Casa Pound e 119.000 per Forza nuova. Se è vero che in senso relativo si tratta di percentuali irrilevanti (rispettivamente, 0,9% e 0,3%), bisogna comunque prendere atto del fatto che decine di migliaia di italiani si riconoscono oggi, nel 2018, nei valori fascisti. Valori antistorici e anacronistici, che vorrebbero imporre una visione univoca della società, della famiglia e dell’individuo, escludendo senza possibilità di appello tutto ciò che è percepito come diverso o sbagliato.
L’importanza della memoria
Quindi sì, oggi, nel settantatreesimo anniversario della Liberazione, ha ancora senso dichiararsi antifascisti. E dal 27 dicembre 2017 è possibile farlo in modo inequivocabile: iscrivendosi all’Anagrafe Nazionale Antifascista. Si tratta di una comunità virtuale di valori a cui aderire compilando un modulo on line, sottoscrivendo così la Carta di Stazzema. Stazzema è il Comune che ha promosso l’iniziativa, per celebrare i 70 anni della Costituzione. Stazzema, per la precisione la frazione Sant’Anna, è anche il Comune in cui, il 12 agosto 1944, furono trucidate dai fascisti e dalle SS 560 persone, tra cui moltissimi bambini. E Sempre Stazzema è il Comune dove il Presidente Sandro Pertini inaugurò, nel 1982, il Museo della Resistenza. Un museo dove sono custoditi gli oggetti simbolo dell’eccidio, come la bambola con la testa rotta e il bavaglino sporco di sangue, allora ritrovata accanto al cadavere della sua piccola proprietaria: Maria Franca Gamba, di soli due anni.
La Carta dei Valori
La Carta di Stazzema proclama i valori in cui gli appartenenti al Comune virtuale antifascista si riconoscono. Sono i valori dell’uguaglianza, che non ammette distinzione di pensiero, razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica, origine nazionale o sociale nel riconoscimento dei diritti inalienabili degli uomini e delle donne. Sono i valori della Libertà: di pensiero, di espressione, di religione e di autodeterminazione. Ancora, sono i valori dell’inviolabilità dell’integrità fisica e della sfera privata di ciascuno e del diritto ad avere un’istruzione e un lavoro, che consentano di condurre un’esistenza dignitosa. Sono anche i valori dell’Informazione e della Giustizia, che devono essere libere e accessibili a tutti. Sono i valori del dialogo, del confronto pacifico e del rispetto reciproco, tra i singoli come tra gli stati. Infine, sono i valori della Democrazia, che tuteli però anche le minoranze, e della sovranità popolare, in cui tutti hanno pieno diritto di partecipazione.
Un Comune virtuale popolato da Antifascisti
Di questi valori, che sono gli stessi della Costituzione e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, chiunque aderisca alla Carta si fa promotore e difensore. Appartenere alla Comunità virtuale Antifascista vuol dire impegnarsi per dar loro forza, dignità, fascino e centralità nel dibattito pubblico e nella vita quotidiana. Vuol dire rivendicarli con orgoglio e coraggio per costruire insieme un mondo più giusto. Un mondo dove il fascismo è bandito, insieme a ogni altro totalitarismo e autoritarismo.
Attualmente gli iscritti sono 38.750 e tra essi ci sono anche nomi celebri, come Leonardo Pieraccioni, Carlo Lucarelli e Loriano Macchiavelli. L’auspicio è che il loro numero continui a salire e per far sì che questo accada c’è una sola strada: la memoria.
Michela Alfano