Forze del destino, un film per non morire di male al cuore

Photographer: PER ARNESEN Copyright: NIMBUS FILM INTERNATIONAL ApS Director: THOMAS VINTERBERG. "IT'S ALL ABOUT LOVE" JOAQUIN PHOENIX & CLAIRE DANES

I film sono meglio dei preti, degli psichiatri, e anche dell’aspirina. Seduto nell’oscurità, ti dimentichi il presente, e viaggi volteggiando nel nulla, attraverso parole ed immagini. A volte ti annoi, altre ti diverti, ma vivere di parole ed immagini è davvero meraviglioso.

Forze del destino” è una pellicola firmata da Thomas Vinterberg nell’ormai preistorico 2003.

E’ un film che assaggiai nel lontano 2008, scrivendoci sopra qualche riga, nell’oscurità notturna delle mie serate dedicate al divoramento cinematografico. Sapevo che sarei ritornata a trovarlo, “Forze del destino”, a distanza di qualche anno.

Mi succede spesso quando sono spinta dalla mia ossessiva voglia di emozionarmi, di rispolverare qualche soprammobile della mia anima, e recuperare le mie orgini.

In un’altra vita ero una ragazzina nerd e cinefila, adesso sono una 26enne terribilmente emotiva, che vive di associazioni mentali, costantemente mossa da quella curiosità fanciullesca, che la spinge a collegare tutto quello che incrocia il suo sguardo, al disagio a cui assistiamo nella realtà, giorno dopo giorno.

Il futuro non appariva roseo, nel lontano 2003. Possiamo forse contraddire tale affermazione?

I film si ispirano alla realtà… O è la realtà ad ispirarsi ai film?

New York 2021. Il futuro è livido e freddo, la temperatura scende, nevica a luglio.

Roma 2016. La temperatura sale, si parla di surriscaldamento globale, scioglimento dei ghiacci.

Si muore senza un’apparente ragione, i cadaveri affollano le strade, al punto che la gente passa accanto a corpi esanimi senza neanche vederli, senza inciamparsi; semplicemente scavalcandoli.

La vita è un continuo scavalcare qualcosa o qualcuno, senza pensarci troppo, senza mai voltarsi indietro.

Siamo alla vigilia della glaciazione, ma la regia dimostra chiaramente che le cause non sono geologiche/naturali, ma ci orientiamo decisamente verso la bio degenerazione.

Ci troviamo di fronte ad un freddo dell’anima, che inonda le strade di morte; persone decedute perchè rimaste sole, ignorate, sia durante la vita che nella morte. In fondo si tratta di un semplice passaggio biologico, basta un battito di ciglia, e il cuore si arresta. Rigidi, inermi, ignorati, nell’indifferenza dell’umanità.

Ah, forse ho dimenticato di dirvi che sto parlando del film.

“Scusi, ma c’è un cadavere in fondo alla scala mobile”.

“Oh, si, qua da noi capita spesso, sa, è il male al cuore.

Conosceva quest’uomo forse?”

“No, ma…”

“E allora lo oltrepassi, vede? Proprio come faccio io”.

Cadaveri per le strade, gente che si accascia a terra senza un apparente motivo. E’ il male al cuore.

Si, sto parlando di un film rispolverato di recente, “Forze del destino”, che ti tiene attaccato ad un filo dall’inizio alla fine. In bilico tra due mondi paralleli, mondi lontani, distanti miglia e miglia da qua, in una nuova galassia forse, per poi lasciarti precipitare nel baratro, in un tonfo sordo. E qui succede che ti accasci a terra, forse, perché ti è preso male al cuore.

Adoro la confusione cinematografica. In questi 100 minuti di pellicola ci si perde continuamente.

La regia è geniale, agli occhi di una non intenditrice, in alcuni punti sembra addirittura che la macchina da presa galleggi nel vuoto, chiusa in una bolla di sapone, in continua lotta contro venti di forza opposta. In altri sembra che il tutto sia lasciato al caso e al manierismo, rendendo il risultato estremamente complicato e confuso.

Due protagonisti, un uomo e una donna, legati da un legame indissolubile e da un amore profondo, che nonostante le mille difficoltà che la vita spesso ci sbatte in fronte, ha voluto si rincontrassero. Arriva un giorno in cui il destino ti accompagna per vie tortuose e secondarie dinnanzi alla cruda realtà, per farci capire il nostro scopo, la vera ragione per cui siamo in vita. I protagonisti del film hanno trovato la loro ragione di vita soltanto stando insieme, amandosi, difendendosi dal male, accompagnandosi nel loro cammino. Questo era l’unico modo per non accasciarsi a terra e morire di male al cuore.

I due amanti vengono sottoposti a numerosi ostacoli e duri pericoli durante il corso della pellicola, per poter raggiungere una pace eterna, una pace d’amore. Il loro amore cresce a dismisura, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto; eppure le persone per la strada continuano ad accasciarsi a terra, una dopo l’altra, non importa chi, non importa dove. La morte aleggia per le strade, e colpisce senza pietà. Si accascia a terra chi soffre la mancanza dell’amato, chi ha il cuore affetto da una terribile mancanza d’amore, chi si ritrova a camminare solo, con il vuoto nel cuore.

Amore e morte viaggiano a braccetto e restano legate profondamente durante tutto il corso della pellicola.

Questo film non ammette vinti né vincitori, solo questa grande realtà misteriosa, che tutti prima o poi conosciamo, che ci fa gioire e ci lacera dentro.

Tutto questo non può che essere Amore.

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