A chi non è mai capitato.
A chi non è mai successo di sentirsi invisibile, inutile, fragile, superfluo, come un essere insignificante, talmente leggero da farsi trasportare dal vento, come una bandiera di un Paese sconosciuto. Talmente nessuno, da rubare prezioso ossigeno ad altri esseri umani.
A chi non è mai successo. Chi non ha mai provato queste terribili, ma umane sensazioni.
A me capita, e quando accade, quando non so dare una spiegazione razionale alla mia esistenza; ecco, a me piace ricordare il mio primo amore, rispolverare antiche passioni, che non muoiono mai.
Mi riprendo Joanna Concejo, ricordando quella sera in cui, emozionata e con le gambe tremanti, le porgevo timidamente la mano, presentando la mia inutile persona. Mi piace ricordare che esiste chi, prima di me, ha provato le mie stesse sensazioni, e le ha magistralmente impresse su carta, inondando quei fogli di vive emozioni, parole, segni, colori.
La prima volta che mi presentarono “Il signor nessuno” di Joanna Concejo, pensai, da persona totalmente ignorante nel campo, che l‘illustrazione consistesse dunque nel rappresentare ciò che si vuole, indipendentemente dal testo che accompagna.
Un anno dopo, ricca di un bagaglio di conoscenze sul tema decisamente più ampio, comprai subito il libro, presa dall’impeto di un amore folle per l’autrice, e per le sue scelte stilistiche.
Continuai comunque a non comprendere la sua capacità interpretativa. Meno capivo, più sfogliavo, riguardavo, rileggevo le immagini, per poi passare alla storia. Ero convinta di poter dare un senso alla sua arte.
“il signor nessuno” è un libro da sfogliare lentamente, leggendo e rileggendo le immagini associate alla storia, soffermandosi su ogni piccolo particolare, anche il più insignificante, perché anche quello può aprirti un mondo.
L’illustratrice ci presenta il protagonista parlando il linguaggio della gente che lo conosce, e guardandolo con gli occhi di quelle persone che gli passano accanto tutte le mattine.
Invisibile. Una persona del tutto insignificante, incapace di lasciare anche solo una minima traccia di se, alle persone che lo circondano. Uno di quegli individui, che se scomparisse dalla faccia della terra, nessuno se ne accorgerebbe. Il signor nessuno è un signorotto appena accennato da un tratto fine e delicato, tipico di Joanna Concejo, che si perde in uno sfondo di individui grandi e grossi, dall’aria totalmente disinteressata, troppo impegnati a risolvere chissà quale dramma interiore, per apprezzare il mondo che li circonda. E questo è tipico degli abitanti di quella zona. E’ tipico della gente che vive in quel quartiere. Il mio quartiere. Un quartiere grigio. Dove piove sempre. Dove piove anche dentro. Dove la pioggia ti parte dal cuore. Quel quartiere dove nessuno si conosce veramente.
Il signor nessuno no, non tiene la pioggia nel cuore. E’ un essere insignificante, grigio, piccolo, né brutto né bello, solitario e probabilmente anche muto. Ma lui no, non tiene la pioggia nel cuore. Nel cuore lui tiene l’amore.
Una storia delicata, fine, soave, poetica e tanto leggera da perdersi nell’aria, ed avvolgerti come una calda brezza estiva.
E’ una storia che cammina in punta dei piedi, e attraversa gentilmente il tema dell’indifferenza, dell’ignoranza, della solitudine. Ma è una storia che parla d’amore. Un amore intimo e profondo, che trasmetti senza ricevere nulla in cambio.
Il signor nessuno sono io, sei tu, e chiunque tenti ancora di gridare al mondo la sua esistenza, le sue capacità, la sua ambizione. Il signor nessuno è chiunque, in questa società soffocante, tenti ancora di gridare al mondo la sua estrema voglia di vivere, e non di sopravvivere.