Sono Zuzu Galova e Peter Sedlacik: fotografi per lavoro e per passione. Come spesso accade, sul posto di lavoro è nato l’amore che li ha portati in giro per il mondo, con in mano le loro macchine fotografiche. E, come spesso accade, il caso ha dato voce e spazio all’Arte.
È accaduto durante un loro viaggio in Portogallo: entrambi avevano, come sempre, una macchina fotografica e, ritrovandosi uno davanti all’altra, hanno scattato, in maniera reciproca e contemporaneamente, una foto accorgendosi che quello che il proprio scatto escludeva poiché fuori dall’inquadratura dell’obbiettivo, veniva colto dall’altro, dall’altra, con la sua macchina fotografica. Un gioco, è iniziato tutto come un divertimento, uno scherzo che ha permesso a Zuzu e Peter di capire quanti spettacoli, quante meraviglie, quanti misteri, non possono essere colti, visti e contemplati se fotografati o guardati da una sola prospettiva.
La loro storia e il loro progetto a cui hanno dato il nome di Lens Between Us, mi ha affascinata, e non solo per l’amore che nutro per la Fotografia, ma anche perché tra le parole e tra le foto di Zuzu e Peter, ho colto una preziosa lezione: tutto, in natura così come nella vita, possiede un controcampo, un aldilà che lo sguardo (o lo scatto) da un solo punto, non può cogliere. Tutto è costituito da una parte facilmente visibile e da una parte che sfugge, che fugge tra la nostra fretta e la nostra pigrizia. Tutto è dotato di meraviglia e di ricchezza, tutto è pienezza, e tutto sembra troppo per essere colto, stretto, ricordato in tutte le sue sfaccettature.
Eppure, tutto, la vita stessa non è che questione di punti di vista, di prospettive, di scelte. In ogni angolo del mondo, anche il più stretto, se guardato, esplorato e fotografato da diversi punti e altezze, si può scorgere e apprezzare qualcosa di prezioso, di importante, di affascinante. E così, allo stesso modo, per le legge della controparte, ogni situazione, ogni vicenda, se analizzata, vissuta e affrontata tenendo conto di tutti gli aspetti che la caratterizzano, può consistere in una possibilità di crescita, di maturazione, di cambiamento. Tutto ha la sua importanza, anche quello a cui voltiamo le spalle perché altro ci attira e ci interessa. Anzi, a volte, è proprio ciò o chi resta in silenzio, in una rispettosa discrezione, a possedere bellezze e virtù degne di attenzione, di memoria e di tempo. Il tempo sufficiente per cogliere il mistero, il segreto, l’inafferrabile, di una montagna come di uno sguardo, di un orizzonte come di un’anima.
Perché niente è come sembra. Tutto è costituito da un tutto ancora più grande. Basta fermarsi un po’ a contemplarlo, anche il breve tempo di uno scatto fotografico. Purché permetta di meravigliarsi, di sorridere e di emozionarsi guardandosi e riguardandosi ed apprezzando se stessi, se stesse, sempre di più. Sempre più con maggiore consapevolezza e con la vitalità di chi sa che per capire la vita, è necessario osservarla da tutte le prospettive possibili! Ché se non fosse così complessa e così ricca e così misteriosa, non ci sarebbe nemmeno tutto questo gusto a viverla! Ogni posa, quindi, è quella giusta: anche quella di chi scatta la foto.