Prendendo in prestito delle celebri citazioni Fantozziane, due settimane fa in Senato abbiamo ascoltato «92 minuti di applausi» assistendo ad una «cagata pazzesca». Ha vinto la “tagliola”, proposta da Lega e Fratelli d’Italia, e il Ddl Zan è stato affossato con 154 favorevoli contro i 131 contrari. Il disegno di legge è stato accantonato – per ora – dai palazzi istituzionali, ma a questo la società come ha reagito e risposto? In Italia siamo sempre stati bravi con le battaglie a causa dell’entusiasmo ed il fermento che queste portano, e noi siamo un popolo che ci facciamo facilmente trasportare dalle emozioni… peccato che il famoso “giorno dopo” è sempre stato in grado di cancellare tutto. Questa volta in ballo non c’era però una manovra di governo (sulla quale si può benissimo essere d’accordo o meno) ma una forma di tutela nei confronti di tante persone che subiscono quotidianamente violenza in tanti modi diversi.
Tralasciando la questione – per evitare di addentrarci in un discorso di mera politica – di chi è stata la responsabilità di questo esito inaspettato e deludente, quello che fa più male, o che da più fastidio, è che sia stato usato il voto sul ddl Zan per fare una conta delle forze che sono in campo. Magari per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, magari per creare nuove alleanze. In entrambi i casi ci sono stati voti non nel merito della proposta ma per un secondo fine. Ma quello che è successo a palazzo Madama è espressione di quello che succede nelle piazze e lungo le strade italiane? Se così fosse, non mi limiterei a dare la colpa solo ai nostri rappresentanti in parlamento.
Il pregiudizio è forse una delle caratteristiche più tipiche dell’italiano medio. Nessuno di noi è privo di una visione a priori su qualsiasi cosa – quasi sempre senza conoscerla nemmeno – come un luogo, una città, una squadra, un cibo. Questo discorso vale, ahinoi, anche sulle persone. Ovvio che non tutti possono legare con tutti, ma dal non piacere all’odio la differenza è tanta. Ecco, forse, perché quei «92 minuti di applausi» all’interno dell’aula del Senato hanno fatto male a tanta gente.
“Se pecura ti fai, lupu ti mangia” (se ti comporti da pecora, il lupo ti mangia). In una società composta da pochi forti e tanti deboli la guerra tra gli ultimi è una naturale conseguenza. In Italia tra la violenza omofoba e quella xenofoba i casi di aggressione sono quotidiani. Il ddl Zan poteva spingere qualche debole a pensarci due volte prima di prendersela con un “ultimo”. Ecco, forse, perché quei «92 minuti di applausi» all’interno dell’aula del Senato hanno fatto male.
Siamo al “giorno dopo” e siamo noi ad attraversare le piazze e le strade teatro di questo genere di violenze, e chiunque di noi può fare la sua parte per evitare i tanti «92 minuti di applausi» che ogni giorno si ripetono. Anche perché di una cosa ne possiamo essere certi…quegli applausi sono stati una «cagata pazzesca».