Confermati 90 giorni di allerta in Venezuela per la presenza dell’influenza aviaria nei pellicani.
Il governo dichiara 90 giorni di allerta sanitaria negli stati costieri di Anzoàtegui, Miranda, Nueva Esparta, La Guaira e Sucre.
Aviaria: nel 900 i primi casi
Nota anche come peste aviaria, la malattia è contagiosa e altamente diffusiva. Colpisce prevalentemente gli uccelli selvatici e domestici, con sintomi che interessano l’apparato respiratorio, digerente e nervoso e può trasmettersi anche all’uomo. Descritta per la prima volta in Piemonte nel 1878, bisognerà aspettare il 1961 per il primo significativo focolaio da sottotipo HPAI. A partire dal Sudafrica, con circa 1300 sterne infettate, la malattia fu segnalata un po’ in tutto il mondo a partire proprio dagli anni 60. Hong Kong, Australia, centro-america, Europa, Canada, Germania. Un po’ tutti i continenti facevano i conti con questa influenza particolarmente contagiosa.
Dal 2003 a oggi
È solo nel 2003, tuttavia, che l’aviaria farà davvero parlare di sé come epidemia. Iniziata nel sud-est asiatico, coinvolse più di 150 milioni di volatili. Oltre che in Vietnam, Cambogia, Laos e Indonesia, la malattia fu individuata in Corea, Giappone, Cina, Russia e Russia. In Ottobre 2005 entrò in Europa, in Turchia e da qui al resto del continente, nonché in Italia.
Nel corso del 2022 focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità si segnalano nel pollame di Paesi quali Ungheria, Paesi Bassi, Slovacchia, Germania, Bulgaria e Francia. Attorno a tali focolai sono state istituite zone di protezione e sorveglianza.
Proprio quello che sta accadendo in Venezuela.
Venezuela: registrati i primi focolai significativi
Già a fine novembre le autorità equadoriane avevano registrato un caso di influenza aviaria in un pollaio di Cotopaxi, lanciando un piano di sicurezza nazionale per prevenire la diffusione della malattia. Non sembra essere bastato. Lo scorso mercoledì il governo venezuelano ha ordinato l’abbattimento di circa 180.000 volatili, pellicani soprattutto. La giustificazione dell’atto arriva direttamente dal profilo Twitter del Ministro della Scienza Gabriela Jimenez.
“Le attività di ispezione, monitoraggio e sorveglianza epidemiologica a Puerto Piritu, nello stato di Anzoategui, nel nord-est del paese, hanno evidenziato la presenza di “segni clinici” compatibili con la malattia”.
Da qui, la decisione di adottare misure preventive e dichiarare l’allerta sanitaria.
90 giorni di allerta in Venezuela
Per i prossimi 3 mesi sarà allerta sanitaria. Impossibile spostare uccelli vivi e uova fertili tra comuni. I volatili che risulteranno positivi ai test dell’influenza verranno prontamente abbattuti. L’allerta sanitaria riguarda in particolare gli stati di Anzoàtegui, Miranda, Nueva Esparta, La Guaira e Sucre.
Il governo ha infatti precisato come le epidemia da sottotipo HPAI siano in grado di diffondersi rapidamente tanto tra gli uccelli quanto tra gli uomini con gravi ripercussioni sull’economia del paese e sulla salute pubblica. Una situazione affatto facile per il Paese sudamericano, già in crisi umanitaria per la forte migrazione di cui è teatro almeno dagli ultimi due anni.
“È stata decretata una quarantena in questi cinque stati, con la possibilità di incorporarne altri in base ai risultati e ai progressi delle indagini epidemiologiche sull’influenza aviaria”
prosegue il Ministro attraverso un comunicato.
90 giorni di allerta per evitare la diffusione
Ad oggi sappiamo che le squadre tecniche stanno svolgendo tutte le opportune attività di monitoraggio e confermano purtroppo che infezioni dello stesso gruppo di uccelli sono state segnalate in altri Paesi dell’America Latina.