90 anni fa cominciava il campionato della svolta. Giuseppe Meazza concludeva la stagione con 31 marcature, seguito da Rodolfo Volk. L’Ambrosiana vinceva il suo terzo titolo con due lunghezze sul Genoa, mentre Padova e Cremonese erano costrette a retrocedere in Serie B. Un’epoca lontana. Un giorno che ha segnato la nascita della Serie A moderna.
6 ottobre 1929. Il primo conflitto mondiale è terminato da undici anni, mentre la Seconda Guerra è lontana poco meno di un decennio. Il fascismo è nel pieno del suo splendore ed il Vesuvio ha eruttato da pochi mesi. La “grande depressione” invece è vicinissima ma ancora latente, con il “giovedì nero” che nel giro di tre settimane avrebbe stravolto l’economia globale. Viene istituita la Coppa del Mondo, ma la prima edizione si disputa solo nel ‘30, con l’Uruguay capace di aggiudicarsi la Coppa Rimet grazie alla vittoria per 4-2 in finale con l’albiceleste argentina. Gli inventori del calcio festeggiano il terzo titolo nazionale dello Sheffield Weds, mentre in Italia il Bologna guidato dall’austriaco Hermann Felsner si trova a difendere lo scudetto. 6 ottobre 1929. Nasce la Serie A moderna. Nasce il campionato con girone all’italiana, quello che ancora oggi appassiona milioni di tifosi da Bolzano a Siracusa. 90 anni di Serie A.
Prima dell’inizio della trentesima edizione del campionato italiano l’albo d’oro mostrava una situazione che vista oggi fa quasi sorridere. Il Genoa, la squadra più antica in Italia, vantava già nove scudetti nel palmarès e ad un passo dalla stella che tuttavia ancora oggi resta il sogno della sponda rossoblù della città. A ruota, a quota sette, si trovava la Pro Vercelli, ma anche per i piemontesi il bottino non è più aumentato dal 1922, anno dell’ultimo trionfo. Cos’è successo in questi novant’anni di Serie A? Ripercorriamo alcuni passaggi chiave della storia del calcio italiano.
Le torinesi
Le due squadre che hanno segnato in maniera più evidente la prima fase della nuova Serie A sono le due torinesi: Juventus e Torino, oltre al Bologna che nella seconda metà degli anni Trenta vince quattro scudetti. Il primo “filotto” di successi è della Juventus presieduta da Edoardo Agnelli, tra il 1931 ed il 1935, grazie al Farfallino Felice Borel, vincitore di due classifiche marcatori con 60 gol in due stagioni. Dieci anni dopo l’ultimo successo bianconero inizia l’era dei cugini granata, l’era del Grande Torino. Quattro scudetti da dominatori assoluti prima della tragedia di Superga del 4 maggio 1949 quando un incidente aereo spezza la vita a trentuno uomini, giocatori, dirigenti ed equipaggio. La peggiore sventura dei primi 90 anni di Serie A.
La Grande Inter
Sarti, Picchi, Burgnich, Guarnieri, Facchetti, Bedin, Mazzola, Suárez, Jair, Peiró, Corso. Una filastrocca nota a tutti gli amanti del calcio. Una filastrocca che è stata intonata migliaia di volte dai tifosi interisti, e non, durante gli anni Sessanta, gli anni di Helenio Herrera. Tre scudetti in quattro anni e due Coppe Campioni consecutive, il primo contro il Real Madrid ed il secondo contro i portoghesi del Benfica. Senza ombra di dubbio, i trionfi sotto la guida di Herrera hanno segnato il punto più alto della storia nerazzurra, che nemmeno il triplete è stato in grado di superarlo.
Il Milan di Berlusconi
Ripensare a quegli anni per un tifoso milanista è a dir poco snervante. Anni di trionfi, dominio incontrastato e di bel calcio. Il primo campionato della presidenza Berlusconi il Milan lo finisce ben lontano dal Napoli di Maradona. Ma l’anno seguente, con gli innesti di Gullit e Van Basten, oltre ad un Virdis in forma smagliante, i rossoneri di Arrigo Sacchi vincono l’undicesimo scudetto grazie soprattutto ad una difesa impenetrabile. Nel 1988 concedono il bis, prima di avvicinarsi alla stagione che avrebbe consegnato la prima Coppa dei Campioni al Cavaliere, bissata a sua volta l’anno successivo. Dopo Sacchi si ricordano le imprese di Fabio Capello, su tutte la finale di Atene ’94, vinta per 4 a 0 contro il Barcellona di Cruijff.
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E questi sono solo alcuni passaggi di questi splendidi 90 anni di Serie A. Novant’anni di tifo, passioni e controversie. Decenni di rivalità, di sfottò e di convivialità. Perché alla fine essere amanti del calcio significa questo, godere dei successi, piangere delle sconfitte ma ricordandosi che sempre di un gioco si tratta. Ai prossimi 90 anni di Serie A.
Federico Smania