L‘arte è da sempre destinata all‘utile e al sociale.
Un’opera d’arte non è solo rivolta ad un pubblico d’intenditori, con lo scopo di deliziare la vista, ma in una società come la nostra, nel mondo che ci rincorre, colmo di ingiustizie e barbarie di ogni tipo; si mette a favore del sociale, nell’estremo tentativo di unire la bellezza all’utilità.
Oggi voglio parlarvi di Biancoshock, un artista di strada milanese, dal nome che è tutto un programma.
Cos’abbiamo in comune io e costui? Assolutamente niente, penserete; invece condividiamo l’amore per una causa, nella quale credo molto, per la quale parlo da tempo, grido, scrivo, disegno.
Ognuno ha il proprio modo per comunicare, ciò che ci sta realmente a cuore.
Si tratta, ancora una volta, di prestare la voce a chi non ce l’ha, a chi rappresenta un rifiuto per la società, a chi vive emarginato, come un equilibrista, in bilico tra il giusto e sbagliato, necessità e volontà, vita e morte.
La loro esistenza adorna le periferie delle nostre belle città, le nostre stazioni, i nostri marciapiedi.
Invisibili che fanno da cornice legnosa e bucherellata ad un quadro perfetto.
L’artista milanese, nella sua ultima esibizione, ha donato il suo talento al servizio dei senzatetto milanesi, perchè:
“se le criticità non si possono evitare, tanto vale renderle confortevoli”.
La sua opera è intitolata “Borderlife”, una perfetta fusione tra Border e life, che vuole appunto rappresentare un’esistenza vissuta al limite.
L’artista ha dipinto una serie di tombini della città di Milano, trasformandoli, attraverso la magia dell’arte, in una sorta di mini appartamento, per chi una casa, appunto, non ce l’ha.
Una provocazione dai colori accesi, arredare i tombini delle zone dismesse del capoluogo lombardo, al fine di offrire una condizione possibile a tutte quelle persone che trascorrono la loro esistenza ai margini della società. Tanto rumore, scandalo, notizia, per smuovere quel silenzio assordante ed immobile, che regna attorno al disagio, alla povertà, ad una dignità perduta, che scorre dinnanzi ai nostri occhi ogni giorno, senza che ce ne accorgiamo.
Biancoshock si ispira a realtà esistenti, nella città di Bucarest, dove gli ultimi, i più fragili della popolazione mondiale, trascorrono le loro esistenza proprio sotto i nostri piedi, abitando le fogne, senza che nessuno se ne accorga, senza che nessuno muova un dito.
Sensibilizzare l’opinione pubblica, è da sempre l’obiettivo dell’artista, e io spero che queste iniziative non rappresentino come sempre, un bel po’ di rumore per niente.