80 anni dallo sciopero “pane, pace, lavoro e libertà”

1944-2024 il grido di pace che accomuna il grande sciopero in Italia.

Sciopero

7 marzo 1944 Prato, durante l’occupazione nazista, dopo giorni intensi di sciopero al grido di: pane, pace, lavoro e libertà, una ventina di operai vengono catturati e inviati nei campi di concentramento tedeschi. A 80 anni da quell’evento che ha colpito varie città dell’Italia centro-settentrionale, è bene ricordare i fatti del marzo 1944.

Pane, pace, lavoro e libertà..

Nei giorni precedenti al 7 marzo in numerose città italiane, soprattutto a Prato, ci sono stati giorni di proteste intensi. Il grido comune degli operai pratesi: pane, pace, lavoro e libertà ben racchiude le richieste dei lavoratori. Cosa spinge queste persone a compiere un gesto di tale rischio, in un periodo in cui questo diritto non esiste?

A causa della piena occupazione nazista, numerose fabbriche cambiano la destinazione d’uso; quelle la cui produzione è inutile, vengono smantellate e i pezzi inviati in Germania; altre sono impiegate per la produzione a fini bellici tedesca; inoltre, molti operai italiani sono trasferiti in Germania in maniera coatta.

Le precarie condizioni lavorative, la violenza e i soprusi, la fame e la guerra spingono gli operai in una protesta per la richiesta di pace. Le azioni di coraggio, e le richieste di questi operai hanno risonanza internazionale, il 9 marzo il New York Times scrive con ammirazione di questi uomini e donne e delle loro azioni.

Le conseguenze: 7 marzo 1944

Per tutto il pomeriggio e la sera, le forze tedesche sono state impiegate per la cattura di una ventina di operai. Presi e trasferiti prima a Firenze e poi smistati tra uomini e donne; solo i primi vengono inviati nei campi di concentramento tedeschi.

Per quanto l’agitazione provocata da questi uomini e donne abbia avuto impatto a livello nazionale e internazionale, nulla si è potuto fare contro uno stato che nega il diritto di manifestare dissenso e di parola, che queste persone hanno usato per chiedere la pace.

La situazione italiana da inizio 2024

80 anni dopo i fatti di Prato, tale diritto in Italia è tutelato dall’art. 40 della costituzione: “il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”.

Dall’inizio dell’anno, soprattutto nel mese di febbraio, l’Italia è stata colpita da ondate di proteste a livello nazionale. A gennaio i settori maggiormente coinvolti sono il trasporto pubblico e aereo, nel mese di febbraio sono stati coinvolti anche i servizi della pubblica amministrazione e scolastici.

Le richieste dei lavoratori

Numerosi sono i settori che hanno aderito alla contestazione: trasporto ferroviario, a causa della mancata risposta per i rinnovi contrattuali; scuole, per carenza di personale e carichi di lavoro eccessivi; agricoltori, scesi per le strade di tutta Italia a bordo di trattori, per chiedere maggiore tutela.

Il 23 febbraio 2024, c’è stata una grande manifestazione nazionale che ha coinvolto più settori dai trasporti, alle scuole e gli uffici pubblici, tutti per chiedere maggiori tutele sul lavoro e la pace. Le motivazioni sono legate alla guerra in Ucraina e alla questione palestinese.

I punti comuni delle contestazioni 1944 e 2024

Pane, pace, lavoro e libertà, sono le parole urlate dagli operai di Prato, le stesse che possono riassumere le richieste dei manifestanti contemporanei.

Il 23 febbraio, sempre in Toscana, degli studenti sono state vittime di violenza da parte di forze di polizia. Cercare di “chiudere la bocca” non è servito nel 1944 e non è servito nel 2024. La manifestazione continua, la richiesta di pace e di cessate il fuoco continueranno.

Panoramica sulle manifestazioni di marzo 2024

Nel corso di questo mese l’Italia sarà nuovamente colpita da ondate di astensioni dal lavoro.

L’8 marzo, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne, ci saranno manifestazioni sparse per le maggiori città italiane; in concomitanza con le manifestazioni ci sarà uno sciopero generale di 24 ore di tutti i servizi pubblici, privati e le cooperative. Le motivazioni di quest’ultimo sono legate alla richiesta di uguaglianza di genere, parità salariale, riconoscimento dei diritti delle donne, violenza patriarcale e di genere che, durante il corso dell’ultimo anno si è intensificata. Il numero di donne vittime di femminicidio continua a crescere.

Nel corso delle settimane successive, nelle giornate del 13, 18 e 22 marzo ci saranno altre giornate di sospensione dei servizi di trasporti urbani e ferroviari, le motivazioni sono: richiesta di maggior sicurezza sul lavoro, parità di diritti e salari, infine, non per importanza, il cessate il fuoco e la pace.

Eleonora Scrascia

 

 

 

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