La Poesia senza fine di Alejandro Jodorowsky torna al cinema

Locandina del film "Poesia sin fin". Fonte: bp.bloogspot.com

La carriera di Alejandro Jodorowsky è vasta, esoterica, appariscente, teatrale e non c’è stato un ambito in cui il mitico artista cileno non abbia lavorato.

Mimo, artista figurativo, disegnatore, sceneggiatore di film e fumetti, regista carnale dallo stile sognante e sanguigno, Jodorowsky si è lanciato già tre anni fa nell’impresa di mettere in immagini uno dei suoi testi autobiografici.

Il risultato era stato La danza della realtà, film che trattava della sua infanzia, uscito in Italia piuttosto silenziosamente e recuperato grazie alla cura di Cinewanted a Milano nel corso di una rassegna d’appena un anno fa.

Nel film, il regista parlava a sé stesso bambino in un Cile distrutto, fantasioso e grottesco.

Il suo repressivo, ateo e comunista padre Jaime era interpretato da suo figlio Brontis e la madre Sara, giunonica e dall’ugola d’oro, che canta perennemente come se fosse un personaggio dell’Opera, da Pamela Flores.

Al cast si era poi aggiunto l’altro figlio di Alejandro, Adan, nella parte del vagabondo Teosofo.

Il Cile di Jodorowsky, spoglio, magico e pervaso dalla magia del ricordo era stato illuminato dalle luci sapienti e non invasive di Jean-Marie Dreujou.




Quasi tutti questi componenti si ritroveranno nel seguito del film, Poesia senza fine, girato nel 2016, realizzato grazie al crowfunding e presentato a Cannes con grande successo di critica.

Questo film, uscito in Francia il 5 ottobre 2016, arriverà in Italia il 18 gennaio.

Come molti film di Jodorowsky, potrebbe non raggiungere il nostro pubblico se non per grandi amanti del regista ed attore cileno.

Stavolta il dittico autobiografico di Jodorowsky tratterà l’adolescenza, la scoperta della poesia e dell’arte da parte del giovane futuro regista.

Sarà rappresentato il fermento degli anni della guerra senza che il Cile ne sia coinvolto se non nella carica eversiva del tempi, grazie a grandi poeti come Enrique Lihn, amico di Jodorowsky e Neruda.

Sul piano tecnico, la fotografia poi è stata curata dal grande Christopher Doyle, leggendario direttore della fotografia che aveva collaborato con Wong-Kar Wai e Gus Van Sant.

Vedremo quindi che cosa Jodorowsky ci ha proposto nella seconda parte della sua autobiografia in immagini.

Antonio Canzoniere

 

 

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