74 anni fa cadeva il fascismo, fortunatamente per tutti noi

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Ultimamente sembra proprio che si voglia rivalorizzare il fascismo, specie sui social. Queste periodiche rivalutazioni sono spesso dettate dalla disinformazione o dalla semplice ignoranza.
Credo sia doveroso, quindi, ricordare cosa accadde realmente nei fatti il 25 luglio di 74 anni fa.




La caduta del fascismo nei fatti

Nell’estate del ‘43 il popolo italiano è ormai preda di afflizione e malcontento per il protrarsi della guerra. La nuvola di esaltazione portata da Mussolini si è definitivamente dissolta e ora lascia il posto a una sconfortante realtà fatta di miseria, per la popolazione, e contornata dai clamorosi insuccessi militari collezionati negli anni, un esempio per tutti è la battaglia di Gondar. Proprio queste disfatte gettano i militari e i gerarchi fascisti in un clima di disillusione e la famiglia reale dei Savoia segue a ruota.

Così si decide di attuare un piano per ridimensionare i poteri di Mussolini e del suo governo. A capo di questo movimento c’è Pietro Badoglio sostenuto dal re e da Dino Grandi, uno dei capi del fascismo. Il 24 luglio 1943 viene convocata una seduta del “Gran consiglio del Fascismo” che dura circa 10 ore e durante la quale viene approvato l’ordine del giorno presentato da Grandi con cui viene stabilita la restituzione dei poteri a Vittorio Emanuele III.

L’arresto

Mussolini non ha scelta e alle 17 del 25 luglio incontra il Re. All’uscita dell’incontro viene tratto in arresto dai carabinieri, Vittorio Emanuele affida, quindi, a Badoglio l’incarico di formare un nuovo governo. Il primo atto del nuovo capo del governo fu quello di inglobare la milizia fascista nell’esercito regolare, rendendo così ufficiale la cessazione della milizia come forza militare e politica di partito.

Caduta fascismo
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La situazione oggi

Nonostante l’apologia del fascismo sia a tuttora un reato, negli ultimi tempi si sta manifestando, quasi con orgoglio, un ritorno ai presunti “valori” del fascismo. Le frasi in difesa del regime sono sempre le stesse dal dopoguerra. A partire da: “Quando c’era lui stavano tutti più tranquilli…” a “… si ma il fascismo ha fatto anche cose buone…”. Basta fermarsi un attimo e controbattere chiedendo: “Tipo cosa?” e immediatamente il castello di carta viene giù.

La cosa sconfortante è che queste persone sono tornate incredibilmente indietro, per recuperare quella nuvola di esaltazione sopracitata. Tuttavia tralasciano quella che è stata la reale attuazione di quel sistema, si convincono che non ci sia stato nessun fallimento del “progetto”. A dirlo, poi, sono soggetti che nel 90% dei casi pretendono di fare come vogliono, fregandosene delle leggi in vigore (vedi l’apologia del fascismo), senza tenere conto, però, che questo tipo di pensiero gli sarebbe costato davvero molto caro “quando c’era lui”.

In definitiva se oggi queste persone hanno la libertà di poter dire questo tipo di fesserie è grazie al crollo di quel sistema, non al suo perdurare. Forse per alcuni di loro chiedo troppo, ma fermarsi a riflettere prima di improvvisarsi storici o professori con la verità in tasca non può che giovargli, perché continuare a insistere sul fatto che il fascismo ha fatto “anche” cose buone è come dire che allora la bomba di Hiroshima, se non altro ha eliminato tutte le erbacce, quindi per cortesia, abbiate rispetto e giudizio.

 

 

Emanuele Algieri

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