600 musicisti si riuniscono in supporto alla Palestina

600 musicisti

Da Patti Smith a Julian Casablancas, artisti da tutto il mondo si uniscono in un documento di solidarietà per la Palestina: “Da musicisti, non possiamo restare in silenzio”

Sono 600 i musicisti che si sono stretti in un abbraccio di solidarietà per la Palestina. 

Si tratta di un documento, una lettera aperta che ha come motto “Silence is not an option”, “il silenzio non è tra le opzioni”. Nel testo pubblicato online gli artisti si pongono l’obiettivo di boicottare le performances musicali per le istituzioni culturali israeliane complici. Al contrario, la richiesta rivolta ai colleghi è quella di unirsi all’espressione di solidarietà per la Palestina e firmare il documento a loro volta. 

Tra le firme degli artisti provenienti da tutto il mondo leggiamo quelle di Patti Smith, Rage Against the Machine, Run the Jewels, Roger Waters, Julian Casablancas.




Il contenuto

“Da musicisti, non possiamo restare in silenzio”, leggiamo all’inizio della lettera. Viene poi ritratta una panoramica dei crimini di guerra condotti dall’esercito israeliano sulla striscia di Gaza. La prima denuncia riguarda il numero delle morti date dai bombardamenti in Palestina, 245 durante la scorsa settimana. Segue poi un riferimento ai residenti del quartiere gerosolimitano Sheik Jarrah, costretti ad abbandonare le proprie abitazioni con la forza. Ricordiamo che durante delle proteste scoppiate contro questa iniziativa le autorità israeliane avevano utilizzato gas lacrimogeni e cannoni a onde acustiche, provocando in un solo giorno un numero di feriti superiore a 50.

Il terzo motivo per cui non si può rimanere in silenzio è la condizione dei rifugiati palestinesi, a cui è negato il diritto di fare ritorno in patria. Nel sito web creato per l’evento è possibile scaricare il testo del documento e le traduzioni francese e spagnolo, oltre che visualizzare per intero la lista dei firmatari.

Violenza, razzismo, espropriazione. Sono questi gli oltraggi alla popolazione palestinese che i 600 musicisti puntano a sostituire con giustizia, dignità e diritto all’autodeterminazione.

Il documento è per adesso la più grande manifestazione di solidarietà per la Palestina espressa dal settore dello spettacolo.  

Katherina Ricchi

 

 

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