Con il termine divorzio, si intende la fine di un unione coniugale e, in questo modo, la cessazione dei doveri e le responsabilità giuridiche da esse derivanti.
Ormai sono sempre più comuni le coppie che decidono di sciogliere il vincolo matrimoniale, ma c’è qualcuno che sente ancora quell’imponente peso che solo una rottura così drastica può dare: i figli.
Prima però di entrare nel merito, è necessario conoscere affondo quelle che sono le dinamiche che costituiscono questa pratica introdotta in Italia appena nel 1970.
Le cause della fine di un rapporto possono essere molteplici:
–la mancanza di comunicazione, che rende impossibile il capire e soddisfare il patner pienamente;
–la noia, che sorprende due patner particolarmente stabili nella routine di ogni giorno, incapaci di continuare a rendere il rapporto continuamente stimolante e fresco;
–il tempo, che cambia le persone rendendole nettamente diverse da come erano una volta;
–la mancanza di speranza nel futuro, dettata dalla diversità tra le due parti, dalle aspettative troppo alte o dall’incapacità di affrontare le difficoltà di ogni giorno;
–il compiere il passo troppo in fretta.
Se la scelta ricade sul divorzio, più che sull’aggiustare le cose, dobbiamo ricordarci che non tutte le coppie affrontano il “distacco” nello stesso modo.
Anche le tipologie di divorzio sono diverse tra loro.
Esiste il divorzio congiunto, in cui la coppia non solo è d’accordo sul separarsi, ma anche sul mantenimento dei figli, sul loro affidamento e sulla separazioni dei beni.
In questo caso possono bastare una sola udienza e un solo avvocato per entrambi.
La seconda tipologia, è il divorzio giudiziale in cui uno dei patner non vuole procedere con l’atto o si trova in disaccordo le trattative.
In questo caso il coniuge che vuole compiere l’atto dovrà presentare una richiesta al tribunale, al quale entrambi verranno convocati in un secondo momento.
Durante questo incontro, il coniuge il disaccordo potrà esprimere il suo punto di vista.
Il divorzio per definitiva rottura del legame della coppia, è invece un divorzio in cui le ragioni della divisione devono essere sostenute da prove.
Infine, il divorzio per cause gravi, definisce i casi di violenze coniugali, in cui si adottano misure di emergenza per proteggere la vittima.
Ovviamente anche in questo caso devono essere fornite prove tangibili.
In qualsiasi tipologia di divorzio, le due parti dovranno essere seguite scrupolosamente dai loro legali e, in casi più pesanti, anche dalla fascia di psicologi e assistenti sociali.
Ciò avviene, in particolar modo, in presenza di minori.
Si, perché chi davvero si fa le spalle grandi in queste situazioni, sono i più piccoli.
Vivere senza un genitore per casa, dover vedere a puntate mamma o papà, avere a che fare con persone sconosciute che li porgono domande spiacevoli e avere il dubbio costante del perché i genitori non vadano più d’accordo, è da considerarsi un vero e proprio trauma.
Molti, per questo, si chiudono in loro stessi, altri iniziano ad esprimere il loro mal stare con azioni turbolente e molti altri, magari per non dare ancora più dispiacere ai due patner, finiscono per interpretare il ruolo del “soldato coraggioso”.
Quindi, non è facile destreggiarsi in questo tipo di situazioni, ma è importante fin da subito stabilire delle regole e dei comportamenti che possono essere d’aiuto ai figli.
Innanzitutto, bisogna coinvolgergli nel divorzio il meno possibile.
Una spiegazione concordata e breve del perché mamma e papà non stanno più insieme è esattamente ciò che ci vuole.
Nessun dito puntato, nessun “è colpa di tuo padre” , solo due genitori che dimostrano che, seppure il loro rapporto è finito, il loro amore per i figli non finirà mai.
Come è già stato anticipato, discriminare l’altro genitore, è da ritenersi categoricamente vietato!
Esattamente come adoperare i figli per ricattare l’ex patner e così avere una piccola vendetta è da considerarsi fuori luogo.
La chiave è creare un ambiente privo di tensione e del tutto rilassato, in cui il minore possa avere a che fare con due adulti civili e pacifici.
Questo, certo, non vuol dire riempire il figlio di false speranze.
Bisogna fornirgli una visione chiara della nuova situazione, ma pur sempre non rendergli pesante il cambiamento.
Per ultimo, è necessario evitare di confidare le proprie incertezze, il proprio dissapore con l’altro genitore e il proprio star male con i figli.
E’ piuttosto preferibile rivolgersi a parenti ed amici.
In conclusione, per fare la mossa giusta, è sempre consigliabile essere mossi dal cuore e nell’interesse solo ed esclusivo dei figli.