“L’incontro tra Luigi Di Maio e i rappresentanti dei gilet gialli è una provocazione inaccettabile.”
Con queste parole il portavoce del ministero francese per glia affari esteri Quai d’Orsay ha bollato il summit avvenuto ieri a Parigi tra il Vice-premier e ministro del lavoro italiano e l’ala rappresentativa più dura dei gilets jaunes.
S’inasprisce così la già precaria stabilità tra i due partner nell’Unione Europea, sulle questioni di politica internazionale, resa ancora più flebile dal sostegno, dimostrato più volte dal movimento 5 stelle, alla nuova forza rivoluzionaria che in questi giorni sta infiammando le piazze francesi. Per tutta risposta l’Eliseo ha richiamato in Francia l’ambasciatore francese, per colloqui, sollevando di fatto una crisi diplomatica fra i due paesi.
Intese e future alleanze fra il partito di Di Maio e il movimento di Chalencon?
Un’incontro che ha già il sapore dei una campagna elettorale europea, quello fra i gilet gialli e il Movimento 5 stelle, poiché apre nuovi scenari alla già fragile stabilità politica di un Europa divisa fra la preservazione dell’identità liberista e il nuovo sovranismo dilagante a Est.
La criticità viene ampliata dal fatto che il summit fra Movimento 5 stelle e gilet gialli è stata sottoscritta non solo da Luigi Di Maio e dunque una parte del governo giallo-verde, ma anche dalla corrente più oltranzista, guidata (ancora si non capisce come), da Alessandro Di Battista. Tutto si è svolto infatti alla maniera di un blitz improvvisato e guidato da Di Battista assieme agli eurodeputati Ignazio Corrao, Fabio Massimo Castaldo e Tiziana Beghin.
E dunque, dopo il viaggio in minivan verso Strasburgo, ecco che la “strana coppia”Di Maio/Di Battista, si muove verso una nuova impresa: quella di un accordo con Christophe Chalencon, leader dell’ala dura del movimento transalpino che, potrebbe scendere in campo alle prossime europee, assieme alla corrente meno moderata dei gilet gialli, sotto la lista Ric (referendum d’iniziativa polare).
Le battaglie dei gilet gialli
Dall’ambiente alla democrazia diretta fino ai diritti sociali e al no alla Tav; queste sono alcune della battaglie portate avanti dai gilet gialli e sostenuto dal movimento 5 stelle e il prossimo incontro, a Roma, con la capolista Ingrid Lavavasseur potrebbe segnare un passo decisivo per la ratifica di un manifesto comune. Una strategia messa in atto da Di Maio e i 5 stelle, stretti sempre di più fra la morsa protezionista dell’alleato di governo leghista e le diverse anime del socialismo europeo che non vedono di buon occhio il futuro di un’ennesima coalizione anti-europeista.
Resta il fatto che questo scambio d’intenti non piace alla Francia che ha già criticato più volte il governo italiano per le politiche migratorie, le accuse sullo sfruttamento dei paesi africani, tramite il franco coloniale e il sostegno di un rappresentante delle istituzioni ad un movimento che, per voce del suo rappresentante Chalencon, inneggia alla guerra civile.
In tutto ciò resta la costante e consueta confusione d’intenti e idee da parte del governo, ormai in disaccordo su tutto e le iniziative improvvisato di Di Battista e Di Maio, al quale seguono inevitabilmente rettifiche ufficiali. A proposito della possibile alleanza, è stato proprio Eric Douret, uno dei principali leader dei gilet gialli, a negare l’esistenza di qualsiasi “iniziativa politica” fatta a nome del movimento.
L’incontro con Chalencon doveva essere un colloquio preliminare ma non di un “matrimonio” dato che i gilet gialli non hanno ancora né liste né eletti; piuttosto un concubinato, come specificato dallo stesso rappresentante Chalencon, che sancisce un’attrazione fisica, ma non per forza un sentimento.
Fausto Bisantis