Voglio una vita televisiva, di quelle che non soffri mai

Certo sarebbe forte avere una vita televisiva. Innanzitutto saresti ricco, giovane, bello e avresti una topa esagerata per moglie, fra l’altro sempre felicissima di avere le mestruazioni. Il mondo sarebbe pieno di donne secche come chiodi il cui principale scopo nella vita sarebbe combattere la cellulite, pur non avendo idea di che cosa sia. Ma anche se tu fossi una donna non sarebbe male, pensa: vai a prendere le uova e ci trovi Banderas, se non hai voglia di preparare la cena apri una scatoletta e in casa ti fanno pure l’applauso. Il tu’ marito mòre dalla voglia di lava’ i piatti e la mattina ti prepara una colazione che pare il cenone di capodanno.




 

Puoi bere litri di caffè, i figliòli nascono che hanno già perlomeno 4 o 5 mesi e non cacano mai. Ma la cosa più ganza di tutte in assoluto sarebbe la politica: secondo quello che dicevano in televisione a quest’ora non doveva più esistere la disoccupazione, dovevano essere abolite le province, arriva’ milionate per le imprese locali, le pubbliche amministrazioni avrebbero dovuto estinguere tutti i debiti, ci doveva esse’ anche il ponte di Messina, ma mica con la calabria, no no, con Piombino Marittima. Ovviamente nel mondo reale non s’è visto nulla di tutto questo, però in televisione sì, sicché non ci resta che trasferirsi lì dentro. Certo, ci sarebbe qualche svantaggio, tipo le risate registrate quando ruzzoli in terra, oppure il fatto che anche se spengi la luce si vede tutto uguale. Però col Jobs Act la disoccupazione scenderebbe davvero, ci sarebbero meno precari e lavoratori in nero, mica come nella realtà che non è cambiato una sega nulla. Berlusconi sarebbe un rispettabile interlocutore politico, non un vecchio delinquente che paga ragazzine e nel PD esisterebbe perfino una corrente di sinistra. Sì lo so, quest’ultima era un po’ esagerata, però in televisione può succedere di tutto, perfino che si censurino i baci gay ma si facciano i servizi contro i vaccini, perché l’importante è proteggere i ragazzini dalle persone pericolose. E allora cosa aspettiamo? Spostiamoci tutti dentro la televisione, dove non c’è nessuna crisi, le banche non vedono l’ora di prestarti i soldi, il mal di testa ti passa in un momento, non c’è mai traffico, a proteggerti hai sempre un parente che è stato nei Marines e a morire o andare in galera sono sempre i neri. Ah già, quello anche qui.

Ettore Ferrini

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