Quattro candidati nella corsa per la presidenza della Regione Calabria. Jole Santelli (centrodestra), Pippo Callipo (centrosinistra), Francesco Aiello (M5S), Carlo Tansi (indipendente) in corsa per le elezioni regionali calabresi del 26 gennaio.
La fine della “corsa” è fissata per giorno 26 Gennaio, quando i calabresi saranno chiamati alle urne. Una gara elettorale che si giocherà attraverso un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Un sistema che fa riferimento alla legge Tatarella, più nota forse come Tatarellum. La legge Tatarella è in vigore dal 1995 ed è un sistema elettorale misto a turno unico in cui l’80% dei seggi viene stabilito in base al proporzionale con voto di preferenza e il restante 20% con il maggioritario plurinominare. I due terzi dei 30 seggi che vanno a formare il Consiglio regionale sono ripartiti in 3 circoscrizioni: Cosenza (9), Catanzaro (8), Reggio Calabria (7). Le coalizioni di liste che oltrepassano l’8% potranno essere ammessi alla ripartizione dei seggi, mentre è fissata al 4% la soglia da superare per le singole liste circoscrizionali. Se le liste che sostengono il presidente eletto non raggiungono il 50% dei seggi, i restanti 6 seggi saranno assegnati a loro. Nel caso, invece, che la coalizione vincente arrivi o superi il 50%, il premio si dimezzerà e verranno quindi assegnati loro solo 3 seggi. Nell’eventualità che la coalizione vincente non raggiunga i 16 seggi neanche col premio intero, ovvero, il 55%, a essa saranno assegnati i seggi aggiuntivi che verranno tolti dalle liste di opposizione.
La scheda che sarà consegnata all’ elettore consterà dei candidati alla presidenza e delle liste. Ogni lista sarà collegata ad un presidente. La coalizione tra liste è possibile solo nel caso in cui si sostenga lo stesso candidato alla presidenza della regione. Col Tatarellum è anche possibile votare in modo disgiunto, e quindi votare per un candidato alla presidenza e dare un voto per una lista a lui non collegata. Per usufruire del suo diritto di voto l’elettore dovrà essere in possesso di un documento valido d’identità e della tessera elettorale.
Il re del tonno
Filippo Callipo, detto anche il “re del tonno” è il “cavallo” sul quale ha puntato il PD per vincere questa corsa. Del resto, l’imprenditore nato a Pizzo Calabro, proprietario della Callipo group che dal 2001 al 2006 ha anche ricoperto il ruolo di presidente per la Confindustria in Calabria, era guardato con simpatia anche dai pentastellati che però, reduci della sconfitta in Umbria, dove hanno corso e perso insieme al PD, questa volta hanno scelto di non allearsi col Partito Democratico. Per “il re del tonno” Il Partito Democratico ha dovuto innanzitutto mettere da da parte l’ex governatore Mario Oliveiro e poi fare pulizia di personaggi aventi problemi con la giustizia. L’ex governatore SanGiovannese, che alla vigilia di Natale è stato rinviato a giudizio per la terza volta, ha accolto non senza polemiche l’invito di Nicola Zingaretti a mettersi da parte per favorire a candidatura di Callipo: “Pur ritenendo di avere tutte le ragioni del mondo, non faccio dividere il bambino a metà. Di altri sono e saranno le responsabilità. La Storia si incaricherà di fare giustizia di tutto, presto o tardi. Io faccio un passo indietro per non consentire che venga distrutto e dilaniato un patrimonio che è la mia storia politica.”
Santelli: Forza Italia è una famiglia
Ma Oliveiro non è l’unico politico, né l’unico Mario a cui i partiti devono chiedere di farsi da parte, stessa sorte è toccata a Mario Occhiuto. Il sindaco di Cosenza, infatti, pare essersi fatto da parte solo su invito di Silvio Berlusconi in persona. Per la coalizione di centro destra Occhiuto non andava bene soprattutto all’ala leghista. Alla sua candidatura si è preferita quella di Jole Santelli, un’avvocatessa iscritta a Forza Italia nel 1994, già sottosegretaria alla giustizia nel secondo e nel terzo governo guidato dal Cavaliere. Tra i tanti ruoli parlamentari sia alla camera che al senato, viene anche nominata sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nel governo guidato da Enrico Letta nel 2013. Attualmente il suo ruolo è proprio quello di vicesindaco e assessore alla cultura nella giunta di Occhiuto a Cosenza. Se l’altro candidato, Callipo, le consiglia di astenersi a gareggiare, perché il centrodestra, come le stesse liste della Santelli, sarebbero piene di gente che cambia orientamento politico in base all’andazzo elettorale, dunque di gente corrotta che non farebbe per niente bene alla Calabria, la Santelli risponde elogiando, invece, l’operato del Cavaliere: “Non posso non citare la fiducia che il presidente Berlusconi ha avuto in me, una grande carica e una grande responsabilità, Forza Italia è una famiglia”.
Aiello e la solita ricetta pentastellata
Oltre al via libera dato dalla piattaforma Rousseau, Francesco Aiello, docente dell’Università della Calabria, può godere dell’appoggio di 48 candidati, della lista civica Liberi di Cambiare, che è presente su tutte e tre le circoscrizioni in Calabria, e di 6 liste nel complessivo. La ricetta di Aiello è tipica della retorica pentastellata: “L’obiettivo è di rappresentare l’unica alternativa al sistema dei partiti, che in Calabria ha fatto salire la disoccupazione, affossato il Servizio sanitario regionale, gestito la cosa e la spesa pubblica in maniera molto spesso clientelare, così determinando condizioni di dominio criminale, di sottosviluppo, di spaventoso degrado del territorio, di disperazione, di povertà e sofferenza spaventose, con il conseguente aumento dei viaggi della speranza per lavoro e cure altrove”. D’altro canto è giusto che il tema della legalità sia riproposto a più riprese in questa campagna elettorale, visto che si sta svolgendo all’ombra della grande operazione anti-‘ndrangheta “Rinascita Scott“, quell’operazione del procuratore Grattieri che ha portato a giudizio, oltre che molti affiliati delle cosche, anche molti personaggi di alto livello sul piano politico.
L’indipendente geologo ed ex capo della protezione civile
A correre da indipendente, invece, troviamo Carlo Tansi, ex capo della protezione civile regionale con Tesoro Calabria. Tansi vuole riproporre una visione diversa dalla politica, riformare molte cose, innanzitutto partendo dalla polizia locale:
“Il Consiglio Regionale nel 2018 ha approvato la legge di riforma della Polizia Locale ma, a distanza di oltre un anno, non è ancora attuabile per via della mancata emanazione dei necessari decreti attuativi da parte della giunta Oliverio. Gli operatori della Polizia Locale, alcuni rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria, incontrati in questi ultimi giorni si sono dichiarati delusi per quanto non fatto in tutti questi anni”.
Per di più Tansi collima con quanto espresso dal neo sindaco della nuova Città Corigliano-Rossano Flavio Stasi (città nata dalla fusione di due grossi comuni della fascia jonica calabrese). Il primo cittadino Stasi aveva infatti radunato un’assemblea (ATO) per mettere al centro la questione “rifiuti”, anche in vista delle elezioni regionali, al che il candidato presidente e geologo Tansi aveva commentato: “Nelle ultime assemblee dell’ATO hanno partecipato solo la metà dei sindaci e questo è un ulteriore conferma dell’incongruenza di una organizzazione insostenibile, che alla fine non decide nulla, peggio decide di delegare ogni decisione ad un Commissario, ma di fatto si rimette a quanto decidono i privati gestori degli impianti, alla domanda del sindaco Stasi che chiede ‘su questo ed altre cose, più che sui nomi e sulle liste, sarei curioso di sapere cosa intendono fare i candidati alla presidenza della Regione’ rispondo che la soluzione è chiaramente contenuta nel mio programma elettorale”.
Alfonso Gabino