Alexei Navalny è l’ideatore delle proteste anticorruzione in tutta la Russia. Il bersaglio principale della manifestazione era il premier russo Dmitri Medvedev, considerato uno degli uomini più corrotti del paese. Grazie alla popolarità cresciuta nel tempo Navalny è riuscito a riunire un grande seguito. Le proteste erano programmate in 99 città ma in ben 72 non sono state autorizzate. Nonostante questo migliaia di persone hanno marciato pacificamente contro la corruzione in Russia. Il finale purtroppo non è stato quello sperato. Sono stati arrestati migliaia di manifestanti e anche lo stesso Alexei Navalny, condannato a 15 giorni di carcere e 300 euro di multa.
La repressione delle manifestazioni è stata condannata. In Europa e negli Usa chiedono l’immediato rilascio degli arrestati. “Fermare dei manifestanti pacifici, degli osservatori dei diritti dell’uomo e dei giornalisti è un affronto ai valori democratici fondamentali”. Queste sono le parole di Mark Toner, portavoce del dipartimento di stato americano, che riassumono meglio il pensiero di tutti i paesi che condannano. La Russia si difende dicendo che gli arresti sono scattati perché le manifestazioni non erano state autorizzate. Questa spiegazione non convince nessuno soprattutto i manifestanti. Gli stessi manifestanti che mentre caricavano Navalny chiedevano “Fascisti, liberatelo”. Sembra più un modo per chiudere la bocca alla protesta più che una mancanza di autorizzazione.
Alexei Navalny adesso è un eroe per molti. La stampa osanna le sue imprese. Le sue idee antiPutin, anche se condivise per la maggior parte, hanno portato molte perplessità all’interno del suo ex partito liberale Yabloko. Per questo è stato espulso nel 2007. Nel 2011 partecipò a manifestazioni ultra-nazionaliste, facendo anche molte dichiarazioni razziste contro gli immigrati soprattutto georgiani. Fermo sostenitore delle operazioni militari in Georgia, contrario a quelle in Ucraina. Nonostante sia un grande arringatore di folle con i suoi slogan semplici e di forte impatto ( come “ladri, cialtroni”) i partiti non lo considerano. Nel 2013 viene arrestato e condannato a 5 anni di carcere per appropriazione indebita. Questo non lo ferma e riesce comunque a prendere il 27% alle elezioni per il sindaco di Mosca. Questa condanna però potrebbe impedirgli la candidatura alle presidenziali del 2018. Candidatura che Putin teme. Il suo asso nella manica sono il socila visto che la stampa non lo considera.
Una storia di repressione che tutto il mondo ha condannato. Ha condannato pesantemente, questo in Russia però non ha portato a nulla di concreto. E poi la notizia è passata e i giornali non ne parlano più. Navalny è un eroe che non merita le prime pagine. La Russia è una dittatura che non merita menzione.
Claudio D’Adamo