Partita la 36° spedizione in Antartide, nonostante il Covid-19. La crisi climatica non conosce lockdown: è tempo di tornare.
La ricerca ai tempi del COVID-19
È iniziata giovedì 5 novembre da Harwich, la 36° spedizione in Antartide che porterà 40 ricercatori alla base italiana di Mario Zucchelli ancora “Covid-free” e, per limitare i rischi di contagio, è stata stabilita una quarantena di 14 giorni per il personale. Team ridotto al minimo indispensabile, ma un grande spirito di collaborazione e partecipazione accompagneranno i ricercatori. Il continente antartico è un territorio estremo con possibilità di trasporto limitate, pertanto ridurre i rischi sanitari non è consigliato, ma assolutamente necessario. Lo stop ai progetti scientifici ha protetto il continente dal virus, ma ha paralizzato la ricerca, che non può più aspettare.
Una corsa contro il tempo
Finanziata dal MUR, la 36° spedizione in Antartide è coordinata dall’ENEA-PNRA e dal CNR, ma durerà poco; in Antartide gli scienziati avranno solo tre mesi per fare ricerca sui cambiamenti climatici. Poi, il 24 gennaio tutto il personale tornerà in Europa, lasciando spazio al nuovo team che rimarrà fino a novembre 2021. Laggiù, dove forse il COVID-19 non è ancora un pericolo di morte, ma i -80°C sì.
I segreti nascosti fra i ghiacci
Quanto osservato in Antartide ha effetti su tutto il pianeta e preoccupa gli scienziati. Meta sconosciuta al turismo di massa, “ha ancora tanto da dirci”, spiega il capo della spedizione John Eager, sottolineando così l’urgenza di partire. Dal ghiaccio, diario del passato e chiave di lettura del presente, si aspettano risposte importanti.
Un ciclo di non ritorno
Negli ultimi 30 anni, in Antartide si sono registrate temperature sette volte superiori alla media: dati che allarmano. La scomparsa delle piattaforme antartiche è una perdita paesaggistica inestimabile, ma soprattutto un rischio ambientale catastrofico. Esse, sciogliendosi vicino alla roccia, alimentano un ciclo irreversibile di instabilità e di conseguenza l’innalzamento del livello dei mari.
L’SOS dai pinguini
Gli effetti del cambiamento climatico non risparmiano la biodiversità. In Antartide, alcune colonie di pinguini hanno subito perdite >60%, confermando che l’ecosistema è cambiato: fa troppo caldo. È indubbia la presenza di concause , ma il riscaldamento globale rimane il principale imputato contro cui combattere. È una sfida contro il tempo.
L’isolamento che avvicina
Nonostante tutto, la 36° spedizione in Antartide è partita, sperando lasci il continente “Covid-free”. E mentre il mondo si adegua al distanziamento sociale, in Antartide ci si avvicina, ritrovando quel contatto sociale di cui noi oggi abbiamo grande malinconia. Contraddizioni.
Carolina Salomoni