Cop21, uniti per la vera emergenza del Pianeta

Era il lontano 2006, e al cinema usciva il sequel del film d’animazione più famoso di tutti i tempi, L’era glaciale 2, il disgelo”.

Volete forse dirmi che non conoscete la storia? Dal primo “Era glaciale” erano passati poco più di tre anni, nulla di paragonabile agli oltre 4 milioni di storia del nostro Pianeta; eppure la sorte dei tanto amati protagonisti, era cambiata considerevolmente. Il mondo si stava scongelando, e la loro fine, se non avessero presto raggiunto una pseudo “arca di Noè”, posizionata dall’altra parte della valle, appariva tristemente segnata.

Nessuno l’avrebbe mai detto, ma il destino di Manny il mammut, Sid il bradipo, e Diego la tigre, non sono poi tanto diversi ciò che si prospetta essere il nostro futuro prossimo, se non fosse che non pare ci sia una qualche arca di Noè ancorata da qualche parte ad aspettarci; e, anche se ci fosse, probabilmente, farebbe la fine della Costa Concordia.

Cosa sta succedendo al nostro Pianeta? Beh, il cambiamento climatico non è una novità, se ne parla da anni, tanti, troppi, ma l’imminente catastrofe non può essere sconfitta unicamente sedendosi a tavolino.

Informandomi sulla tematica, in previsione della COP21, che si terrà a Parigi, dal 30 Novembre all’11 Dicembre, riflettevo sull’immagine dei leader mondiali, seduti a tavolino per negoziare sulla causa già sei anni fa, a Copenaghen, quando un vero accordo non venne trovato. Non si riuscì ad andare oltre agli interessi personali dei singoli Stati, tentando ancora una volta di trarne il massimo vantaggio a livello economico, per lo status quo, ma non di certo a favore della catastrofe climatica.

 

Tra gli obiettivi, previsti per la conferenza COP21, si parla di argomenti di massima importanza, per la costruzione di un accordo decisivo, volto a salvare la sorte della Terra. Un’arca di Noè virtuale, che possa impedirci di soccombere sotto il peso di un Pianeta, che sta sciogliendo proprio tra le mani dell’uomo.

L’adozione di un obiettivo ambizioso, di riforma dei mercati energetici, nei termini richiesti dall’Europa, implica la necessità di dotarsi di un piano energetico nazionale, volto a limitare le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Lo sviluppo dell’energia rinnovabile renderà il mercato più responsabile, nel quale entreranno a far parte gli impianti rinnovabili programmabili, i meccanismi di accumulo, e la gestione intelligente della domanda.

Già nel 2009 l’Unione Europea si era posta l’obiettivo di ridurre le proprie emissioni di gas serra dell’80-95% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990.

E come ci siamo ridotti? A svegliarci la mattina sotto un cielo del colore del cemento; noi, abitanti delle più grandi metropoli del mondo, abituati alla nostra vita comoda, ci siamo dimenticati addirittura della magia di un cielo stellato. Si, perché non lo vediamo più, e se non facciamo qualcosa di concreto per il nostro Pianeta, ben presto non riusciremo più a distinguere il giorno dalla notte, ci confonderemo nelle tenebre, e il nostro nemico principale sarà la polvere. E non la polvere volante, a cui siamo abituati, ma un muro spesso di sabbia, terra, una coltre spessa di cenere, che si accumula senza sosta, ricoprendo ogni cosa. Una vera e propria nevicata d’inferno. E non si tratta di fantascienza, tutto questo già accade nella città più inquinata del mondo che, secondo gli ultimi sondaggi, è Linfen, una superficie abitata da 4 milioni di persone, nella regione cinese dello Shanxi.

Ma L’aspetto che mi piacerebbe portare alla luce, alla vigilia della tanta attesa COP21, è la preoccupante diminuzione del ghiaccio terrestre nelle zone polari, dove l’andamento medio della temperatura è almeno il doppio di quella registrata nel resto del globo. I dati sono certi, non c’è più alcun margine di dubbio.

Il 40% del nostro Pianeta è coperto da ghiaccio e manti nevosi, un sistema di raffreddamento importantissimo, che si sta rompendo a causa del riscaldamento globale. I problemi che ne conseguono non sono poi così remoti come si potrebbe pensare; dal ghiaccio del Pianeta dipendono le risorse idriche, la mitigazione del clima, l’equilibrio degli oceani, le emissioni di gas serra. Moltissime città potrebbero essere sommerse dall’innalzamento dei mari, dovuto alla fusione dei ghiacci, e il conseguente aumento degli eventi metereologici estremi. L’effetto serra globale verrebbe ulteriormente aumentato dallo scioglimento del Permafrost, un terreno perennemente ghiacciato delle regioni artiche; il suo disfacimento libererebbe in atmosfera metano e anidride carbonica. Gli ultimi studi condotti sull’attuale problema del riscaldamento globale, affermano che oltre 1000 miliardi di tonnellate di carbonio sarebbero depositate nel suolo sotto la tundra artica, e il riscaldamento globale potrebbe accelerare il loro rilascio nell’atmosfera sotto forma di CO2 e metano.

Queste informazioni si possono estrapolare facilmente da un report realizzato dal WWF, intitolato “Ghiaccio bollente”, un ossimoro evocativo, che delinea una visione planetaria estrema, basata sulle più recenti evidenze scientifiche.

E’ evidente che i ghiacciai rappresentano una risorsa importante per l’uomo, ma le bolle d’aria presenti in essi ci hanno permesso di analizzare quanto l’essere umano abbia radicalmente cambiato la composizione chimica dell’atmosfera negli ultimi 200 anni, a causa dei combustibili fossili. Si stima inoltre che saranno necessari secoli, per ritornare alle condizioni pre-industiali.

Ancora una volta l’uomo si rovina con le sue stesse mani, accecato dal progresso, dall’economia, dal denaro, e mentre siamo impegnati a gestire i nostri guadagni, il ghiaccio bollente ci si scioglie addosso.

Vi siete mai chiesti cosa si nasconde sotto questa immensa coltre di ghiaccio, prossima allo scioglimento?

La preoccupazione che gli spessi sedimenti di ghiaccio possano conservare, proprio come un freezer, alcuni virus preistorici capaci di infettare diversi tipi di specie viventi, è più che legittima. Non si parla di Moby Dick, o di qualsiasi altro mostro marino, pronto a fagocitare la specie umana, ma più razionalmente di qualche virus e batterio, esistito almeno 140000 anni fa, che potrebbe liberarsi nell’ambiente circostante, ed essere potenzialmente nocivo per piante e animali.

La biosicurezza ambientale non è affatto al sicuro, e lo dimostrano le ultime campagne di ricerca, che hanno evidenziato come i recenti cambiamenti climatici abbiano diffuso l’espansione di insetti, parassiti, roditori, e batteri potenzialmente pericolosi anche per la specie umana. E’ inoltre doveroso sottolineare come gli ufo, o i giganteschi mostri marini, ci possano raggelare il sangue dalla paura; ma l’animale più pericoloso al mondo è pur sempre ancora la zanzara.

Un altro pericolo incombente, è rappresentato dal metano rilasciato dal ghiaccio, un fenomeno tanto spettacolare quanto pericoloso. Il metano è un gas più potente dell’anidride carbonica, e quel che è peggio è che se la CO2 possiamo diminuirla, smettendo di bruciare combustibili fossili; sull’enorme quantità di metano sepolta nel ghiaccio del permafrost, e nel fondo degli oceani, non abbiamo alcun controllo diretto.

Gli idrati di metano sono delle vere e proprie bombe climatiche, pronte ad esplodere da sole, anche solo a causa di un innesco relativamente debole, da parte di un riscaldamento globale. Questo significherebbe mutare totalmente la composizione chimica della nostra atmosfera, pompandola di metano.

Gli effetti di tutto questo, neanche a dirlo, sarebbero devastanti, e potrebbero portare ad una vera e propria catastrofe planetaria.

Il nostro Pianeta? Era un luogo bellissimo, dove ha prosperato e si è diffuso il sensazionale fenomeno della vita, evolvendosi in milioni di forme. Su di esso, la correlazione tra le diverse sfere dell’acqua, del suolo, della terra, e dell’aria, si sono costantemente evolute insieme alla sfera della vita. L’uomo ha voluto metterci le mani, e intervenendo, ha creato una sempre più pesante pressione, provocando la scomparsa di interi ambienti, di tantissime specie viventi, la modifica di cicli biochimici fondamentali, e la diffusione di scarti, rifiuti, inquinamento, e composti chimici non metabolizzabili dai cicli della natura. Tutto questo avviene continuamente.

Il Pianeta, nelle nostre mani, si sta sciogliendo, colandoci addosso come ghiaccio bollente.

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