30mila bambini venduti: accuse rivolte alla Chiesa in Belgio

Grazie a un podcast, si è scoperta l’atrocità commessa dalla Chiesa: 30mila bambini venduti in Belgio, dalla fine della Seconda guerra mondiale agli anni Ottanta.

I bambini dovrebbero essere tutelati, crescere in un ambiente tranquillo ed essere seguiti durante lo sviluppo. Questa forse è una visione fin troppo idilliaca, sebbene dovrebbe rappresentare la normalità. Purtroppo, sono tante le storie e le situazioni che sentiamo in televisione o che leggiamo sui giornali. Più andiamo avanti con gli anni, e sembra che questa situazione di benessere si allontani sempre di più. È quasi all’ordine del giorno sentire che qualcuno abbia venduto dei bambini, ma scoprire che, dalla fine della Seconda guerra mondiale agli anni Ottanta, la Chiesa in Belgio si sia macchiata di una tale azione, fa rabbrividire. Ben 30mila bambini venduti, un numero veramente impressionante.

Ad accentuare questo scandalo è la figura stessa della Chiesa, dalla quale, quasi nessuno di noi, si aspetterebbe una tale azione. La Chiesa da sempre rappresenta il luogo consacrato al culto cristiano, fornendo anche un’idea di sicurezza, venuta meno a causa di questo episodio. Sono numeri importanti, infatti, 30mila bambini venduti rappresenta un’azione che suscita non solo sdegno ma tanto altro.

Migliaia di bambini venduti in Spagna

Tutto è iniziato nell’aprile del 1939, in Spagna, quando il generale Francisco Franco ha preso il potere. Ad aiutarlo, uno dei suoi amici più fidati, lo psichiatra Antonio Vallejo-Nagera. Il 17 ottobre 1941, Francisco Franco decise di semplificare le leggi sull’adozione per un motivo specifico: quando le famiglie dei nemici del regime venivano incarcerate, i loro figli venivano affidati agli orfanotrofi, e quest’ultimi a loro volta li consegnavano a delle famiglie considerate rispettabili. Successivamente, nel 1958 Francisco Franco decise di apportare ulteriori modifiche tramite una seconda riforma. Quest’ultima prevedeva che i genitori biologici, dopo tre anni dall’abbandono, perdevano ogni diritto sul bambino. Quindi, gli orfanotrofi non avevano più il dovere di fornire informazioni alle famiglie di origine.



Questa pratica, messa in atto dal 1943 al 1987, permise alla Spagna di generare grandi somme di denaro. In poche parole, le suore individuavano le donne maggiormente fragili e sole, promettendogli che sarebbero state accolte durante il parto nelle loro cliniche. Quando giungevano lì, le drogavano con il Pentothal. Una volta che avevano partorito, il bambino veniva portato in un’altra stanza. Quando la madre biologica si svegliava, gli veniva riferito che il bambino era morto. Le suore andavano a colpo sicuro, sapevano che erano donne molto sole e che non si sarebbero potute permettere nemmeno un avvocato.

Belgio sotto accusa: 30mila bambini venduti dalla Chiesa

Una storia molto simile a quella che abbiamo letto precedentemente si è verificata in Belgio. 30 mila bambini venduti dalla Chiesa per somme che si aggiravano tra i 10mila e i 30mila franchi belgi. Se vogliamo convertire queste cifre in euro, per rendere di maggiore impatto questa vicenda, questi valori corrispondono a 250 e 750 euro. Le principali vittime erano donne incinte e non sposate che venivano abusate sessualmente. Queste azioni compiute dalla Chiesa, dalla fine della Seconda guerra mondiale agli anni Ottanta, sono state rivelate dal podcast, “Kinderen van de Kerk”, della testata belga Het Laatste Nieuws. In questo lasso di tempo, la Chiesa avrebbe venduto 30mila bambini senza dirlo alle rispettive madri biologiche.

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Alle madri, durante il parto, veniva chiesto di indossare delle maschere o venivano sottoposte all’anestesia generale. Ad alcune venivano raccontate delle bugie sul figlio appena nato, ad altre veniva addirittura chiesto di firmare un documento al fine di rinunciare al proprio figlio. Grazie al podcast sono state rese pubbliche diverse testimonianze di queste madri e dei bambini adottati.

Debby Mattys ha confessato, durante il podcast, che:

«Mia madre aveva 18 anni quando ha avuto una gravidanza indesiderata. I documenti non conservati o distrutti rendono difficile il processo di ricongiungimento».

Debby Mattys, ormai donna, è una tra i tanti ad essere stata venduta. È stata in adozione dalle suore e ha trascorso oltre 20 anni alla ricerca della propria madre naturale. Non è per niente facile rendersi conto di far parte di quei 30mila bambini venduti.

A causa dei 30mila bambini venduti dalla Chiesa, il Belgio si macchia di uno scenario terrificante

Alcune scuse sono arrivate già nel 2015 dalla Conferenza episcopale. Queste scuse sono state rivolte a tutte le vittime di adozioni presso gli istituti cattolici nella sede del Parlamento fiammingo. Sempre Debby Mattys ha ribadito la grande responsabilità della Chiesa, non solo per ciò che è accaduto in passato, ma anche per l’abuso di potere che esercita quotidianamente. La Chiesa permette che alcuni documenti e file scompaiano, non collaborando. La Chiesa ha così chiesto un’indagine indipendente sullo scenario descritto da queste donne.

Abbiamo parlato di 30mila bambini venduti, non è sicuramente un numero ridotto e banale, ma piuttosto elevato. Significa che la Chiesa ha agito consapevolmente, non per errore, macchiandosi di questo orrore.

 

Patricia Iori

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