Immaginatevi un’impresa che sembra impossibile, di quelle che, sei sei molto fortunato e bravo, capitano una volta nella vita. Ora immaginatevi tra lo stupore generale di riuscire addirittura a compierla due volte. E’ quello che successe al Napoli il 29 aprile 1990.
Cenerentola
Prendete in mano l’albo d’oro del Campionato di Serie A. Troverete scritti i continuazione i nomi di Juventus, Inter e Milan. Poi occasionalmente, tra un trionfo strisciato e l’altro, pochi eletti che nel corso degli anni sono riusciti ad interrompere il dominio. Grandi trionfi, quasi sempre estemporanei. Tra queste “Cenerentole” c’era anche il Napoli, che tra il 1987 e il 1989 era riuscito a conquistare il suo primo indimenticabile scudetto e la prima Coppa Uefa. In pochi pensavano che il ciclo di azzurri si sarebbe potuto confermare….sino alla stagione 1989-1990.
Tra i giganti…
Se la linea di partenza della stagione 1989-1990 non è un girone infernale poco ci manca. Il Milan di Sacchi e degli olandesi e l’Inter di Trapattoni sono squadre che hanno scritto la storia del calcio, tra le formazioni più forti della storia del nostro campionato. E che dire della Juventus, con la vittoria scritta nel Dna? Per vincere serve una corazzata…
Diego genio e sregolatezza
….oppure Diego Armando Maradona. Non serve sottolinearne la grandezza e la sua importanza nella storia del Napoli, eppure quando inizia la stagione 1989/1990 gli azzurri, guidati da Bigon, giocano (con buoni risultati) le prime partite senza il loro fuoriclasse, causa diatriba tra l’argentino e la società. A dimostrazione che anche senza Maradona, il Napoli può contare su una rosa di tutto rispetto. Contro i giganti però…beh. contro quelli serve Diego. Dopo poche giornale torna il sereno, e Maradona rientra a pieno regime nella rosa. Alla fine del campionato, neanche a dirlo, sarà il capocannoniere degli azzurri e l’ indiscusso uomo simbolo.
Il testa a testa
Trascinata da Maradona, il Napoli inizia una cavalcata che lo porta a laurearsi campione d’Inverno. Non senza intoppi: il Milan infatti non molla la presa, e vittoria dopo vittoria arriva persino a superare gli azzurri. Ma il dio del calcio non ha ancora voltato le spalle alla Cenerentola azzurra…
La monetina di Alemao
31esima giornata. Il Bologna ferma sullo 0 a 0 la cavalcata del Milan. Anche il Napoli pareggio contro l’Atalanta. Al 79′, però, l’azzurro Alemao è costretto ad uscire dal campo, colpito da una monetina lanciata dagli spalti. Al Napoli viene assegnata, non senza polemiche, la vittoria per 2 a 0 a tavolino, e agguanta i rossoneri in vetta alla classifica. Alla penultima giornata, il Napoli dilaga 4 a 2 a Bologna, mentre Verona fu fatale al Milan tra non poche polemiche arbitrali. Sono gli atti finali dell’impresa
Eroe per caso
L’eroe per caso del secondo scudetto del Napoli fu il difensore Marco Baroni. Nella gara finale contro la Lazio al 7′ mette a segno la rete dell’1 a 0 per gli azzurri. Il resto è storia. Novanta minuti passati a soffrire, sperare, trepidare…sino al fischio finale. Il Napoli è per la seconda volta campione d’Italia
Davide contro Golia
Sono tanti i motivi per cui quel 29 Aprile di 30 anni fa è entrato nella storia. E’ la vittoria del piccolo contro il Grande, di Davide contro Golia. E’ la vittoria della follia e della passione. E’ la vittoria del genio di Maradona sulla tattica e la razionalità di Sacchi. E’ la vittoria del caso e della fortuna, ma anche del sacrificio. E’ la vittoria della monetina e della fatal Verona. E’ la vittoria delle polemiche, e della gioia incontenibile. Bella, controversa, movimentata, esaltante. 29 Aprile 1990. Una data per sempre impressa nel cuore di Napoli.
Beatrice Canzedda