Un database, condiviso da Youtube; Facebook; Microsoft; Twitter; per combattere la diffusione di immagini
e video violenti, di propaganda o volti al proselitismo.
Un progetto che arriva accompagnato da una nota da parte di Bruxelles, infatti secondo la Commissione dell’ Unione Europea i social devono impegnarsi di più per rimuovere questo tipo di contenuti.
Le compagnie hanno affermato che:
“Sui nostri servizi non c’è posto per contenuti che promuovono il terrorismo”.
Secondo quanto poi specificato in un articolo pubblicato sul sito dell’Ansa:
I big della Rete metteranno in comune quelle che definiscono le impronte digitali uniche che assegnano ai contenuti online violenti o riconducibili ad attività terroristiche. Una sorta di etichetta che i computer possono leggere.
La collaborazione e realizzazione di questa iniziativa è arrivata dopo vari incontri dei big della rete con le autorità dell’ Ue. L’importanza di tale collaborazione tra i social sta nell’evitare che uno stesso contenuto di natura terroristica o comunque violento possa essere condiviso nelle diverse piattaforme.
Come riportato nello stesso articolo citato prima:
A maggio le compagnie si erano impegnate con la commissaria Ue alla Giustizia, Vera Jourova, a rimuovere entro 24 ore i messaggi online di istigazione all’odio e al terrorismo. Tuttavia proprio su questo punto oggi è arrivato il richiamo di Bruxelles che ha pubblicato la sua prima valutazione in merito. Dal documento emerge che Twitter ha rimosso solo nel 19,1% dei casi i contenuti di incitazione all’odio che gli sono stati segnalati, Facebook lo ha fatto per il 28,3%, mentre YouTube per il 48,5%.
In Italia:
La presidente della Camera Laura Boldrini ha rincarato la dose:
“I social network non danno seguito ai loro impegni nella lotta all’odio su Internet”.
Negli ultimi sei mesi, denuncia, “solo il 28%” dei messaggi segnalati come hate speech è stato rimosso. Quello della circolazione non solo di news false, ma di contenuti violenti che spaziano dal terrorismo al cyberbullismo, è uno dei grossi problemi delle piattaforme social. Twitter in un anno ha chiuso 360 mila account legati al terrorismo.
Veronica Gioé