Twitter: arrivata la fine per le bufale

Twitter stop alle bufale, adesso potrebbe esserci un software in grado di verificare le veridicità delle notizie e filtrare quindi le notizie reali dalle cosiddette bufale. Reuters ha realizzato l’algoritmo che consente questo lavoro di pulizia.

Diggita
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Oggi i social si ritrovano ad affrontare anche questo fenomeno, Facebook, ad esempio, vuole adottare anche l’intelligenza artificiale per far piazza pulita delle notizie false o con contenuti non appropriati nei video trasmessi in diretta.

Reuters News Tracer, si chiama lo “spazzino” virtuale che analizza i tweet in tempo reale filtrando quelli spam e raggruppando quelli simili sulla base dei termini contenuti. Così come spiegato in un articolo pubblicato sul sito dell’Ansa, ad esempio:

i tweet che contengono le parole bomba o esplosione potranno essere etichettati come attacco terroristico, quindi una potenziale notizia importante. Il software divide i raggruppamenti di parole simili in argomenti e genera delle sintesi per ognuno di essi. L’idea, spiega a Nieman Lab, Reg Chua, executive editor per dati e innovazione di Reuters, è quella di automatizzare la raccolta di notizie, ma non solo. L’algoritmo, poi, assegna un punteggio di credibilità a ogni argomento basandosi su diversi fattori: il luogo e l’identità di chi pubblica il tweet, se l’informazione viene confermata o confutata sul social. Reuters insomma ha cercato di insegnare all’algoritmo a pensare come un giornalista. Lo strumento si è già rivelato utile, ad esempio nel caso dell’attacco a Bruxelles a inizio anno.

Strumento validissimo questo, tenuto conto che ormai l’informazione, la comunicazione, la vita in generale, passa soprattutto on-line, è importante avere la certezza che si sta accedendo ad un’informazione reale e credibile. Uno strumento utile per “far fuori” i cialtroni che confondono le idee e che destabilizzano e deconcentrano gli utenti da una notizia, quasi creano dei falsi percorsi mentali, facendo semplicemente perdere tempo e in alcuni casi rischiando di creare allarmismi sociali non indifferenti.

Veronica Gioè

 

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