I prodotti omeopatici negli Stati Uniti sono stati oggetto di studio da parte della Federal Trade Commission, l’agenzia governativa che tutela i consumatori e cura gli aspetti legati alla concorrenza.
Quest’ultima ha formalizzato nuove linee guida per le aziende che distribuiscono prodotti omeopatici, imponendo loro severe restrizioni e limiti.
D’ora in avanti, infatti, le aziende dovranno indicare le ricerche scientifiche che dimostrano la reale efficacia dei loro prodotti, questo naturalmente mette in difficoltà i produttori, visto che gli effetti positivi dei prodotti omeopatici non sono praticamente mai stati scientificamente provati. Questo dovrebbe evitare di andare incontro alla cosiddetta pubblicità ingannevole.
Secondo quanto già è stato approfondito in un articolo scritto da Ilaria Betti e pubblicato su www.huffingtonpost.it:
Fu il tedesco Samuel Hahnemann agli inizi dell’800 ad elaborare la teoria della legge dei simili, secondo la quale, per guarire, è sufficiente usare una medicina che produca nel corpo una sorta di malanno artificiale simile a quello di cui già soffre il paziente. La malattia così indotta deve sostituirsi alla precedente e poi scomparire. Inoltre, stando alla teoria delle dosi infinitesimali, è necessario somministrare al paziente un prodotto naturale, estremamente diluito e senza effetti collaterali.
Ma secondo quanto riportato dall’agenzia governativa:
“Il problema è che la maggior parte dei prodotti omeopatici sono diluiti in quantità di liquido così elevate che soltanto una piccolissima parte della sostanza iniziale rimane”.
Per questo diventa difficile che i principi attivi contenuti in dosi troppo insignificanti possano avere effetto su chi ne fa uso.
A tal proposito su Vox hanno riportato che:
“La FTC sta semplicemente dicendo agli americani che l’omeopatia è una farsa”.
Certo è che ci sono persone che non riescono a rinunciare alle cure omeopatiche, a questo punto ci si chiede se è perché su di loro hanno un reale effetto o si tratta solo di soggetti facili da manipolare attraverso anche e semplicemente la pubblicità ingannevole.