Facebook, indagati i vertici e lo stesso Zuckerberg, ad occuparsene è la magistratura tedesca, il motivo è la mancata
rimozione di contenuti criminali, quali ad esempio minacce e negazioni del genocidio ebraico.
Secondo quanto riportato in un articolo pubblicato proprio dal sito dell’Ansa:
Uno dei portavoce del noto social ha dichiarato:
Non commentiamo lo stato di una possibile inchiesta, ma possiamo dire che le accuse sono prive di valore e che non vi è stata alcuna violazione della legge tedesca da parte di Facebook o dei suoi dipendenti. Non c’è posto per l’odio su Facebook. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri partner per combattere l’hate speech e promuovere il counter speech.
E’ stata la denuncia di un avvocato di Wuerzburg, Chan-jo Jun, che accusa Facebook di aver omesso di rimuovere: istigazioni all’omicidio, minacce di violenza, negazioni dell’olocausto e altri crimini, nonostante fossero stati debitamente segnalati.
Anche l’Italia si sta muovendo in tal senso, in quanto il tribunale di Napoli ha accolto parzialmente le richieste della mamma di Tiziana, la 31enne suicida per diffusione di video hard:
“Facebook doveva togliere i video della ragazza”.
L’ideale sarebbe capire meglio la reale funzione di Facebook, se adoperato per attività ludiche o per informazione, e se adoperato per dare aggiornamenti e informazioni stabilire già da subito chi può essere autorizzato a darle e chi no. Forse sarebbe il caso di modificare e rivedere il regolamento, anche se stiamo parlando di uno strumento che ha una portata mondiale e che potrebbe sfuggire di mano.
Veronica Gioè