Attenzione on-line quanto dura? Ce lo dice uno studio fatto dall’università di Oxford che ha usato come strumento di indagine la durata dello span di memoria umana usando il più classico esempio di notizia drammatica: l’incidente
aereo.
Secondo quanto riportato in un articolo che è possibile trovare su Focus.it scritto da Elisabetta Intini:
Taha Yasseri, sociologo computazionale, ha cominciato la sua indagine con lo studio del comportamento degli utenti online dopo il disastro del volo Germanwings 9525, schiantatosi contro le Alpi francesi per volontà suicida del pilota. Analizzando il numero di pagine viste della voce di Wikipedia riferita al disastro, si è accorto che l’interesse comune per la vicenda aveva subito un picco a pochi giorni dall’accaduto, per poi decadere una settimana più tardi.
Da qui ha sviluppato un algoritmo capace di estrarre dati simili per tutti i più recenti incidenti aerei, nelle voci di Wikipedia delle due lingue più diffuse: inglese e spagnolo. Per ogni pagina ha analizzato la data di creazione e quelle di editing, il numero di visualizzazioni e i momenti nei quali era stata letta.
Il fatto che comunque a distanza di poco tempo tendiamo a dimenticare ciò che abbiamo assimilato come notizie in una settimana, non deve necessariamente essere percepito come elemento negativo, ma come la capacità di riuscire ad andare avanti e superare la drammaticità di un evento, cercando di non farci condizionare la vita. C’è anche da dire che siamo costantemente tartassati di notizie il più delle volte negative e come un recipiente ci riempiamo e ad n certo punto dobbiamo fare posto ad altre informazioni.
Veronica Gioé