Il 12 agosto 1992 veniva a mancare John Cage, un innovatore musicale nonché un uomo dotato di un estro ammirevole. A 25 anni dalla scomparsa ripercorriamo le tappe della sua vita.
John Cage nasce a Los Angeles nel 1912 da un rinomato inventore e una reporter televisiva. Pur studiando fin da piccolo pianoforte decide all’età di 16 anni di diventare scrittore ma un viaggio in Europa, compiuto quando aveva 18 anni, lo porta a conoscere la musica di grandi artisti del calibro di Bach e Stravinskij. Sarà probabilmente questa esperienza quello che lo porta a dedicarsi, una volta tornato negli States, a dedicarsi completamente alla musica. Si rivela fin da subito essere un musicista eccentrico e ironico affermandosi come pianista e compositore d’avanguardia.
E’ celebre, tra le altre cose, per l’insolita invenzione di quello che verrà definito “pianoforte preparato” ossia un pianoforte sulle cui corde vengono posti svariati oggetti in modo di ottenere suoni inediti(vedi foto).
La sua inventiva e sperimentazione non si sono però limitate solo agli strumenti ma anche ai concetti di suono e concerto e… soprattutto al tema del silenzio o meglio dell’inesistenza del silenzio.
La sua svolta “silenziosa” è riconducibile alla visita all’università di Harvard. All’interno della struttura si trovava infatti una camera anecoica. Una camera anecoica non è altro che un laboratorio strutturato in modo di non riflettere sulle pareti i segnali, infatti il termine “anecoico” deriva dal greco e significa privo di eco. Si tratta quindi di una sorta di stanza insonorizzata, priva di ogni suono o almeno questa era l’idea generale. Quando Cage vi entra ha l’illuminazione che lo porterà su un nuovo percorso sperimentale. Entra per “ascoltare il silenzio” ne esce scoprendo di aver ascoltato dei suoni del suo corpo. Il battito del cuore, il sangue che circola. E’ nata in lui la consapevolezza che il silenzio assoluto non esiste.
E’ da questa consapevolezza che inizia a comporre opere che riescano a dimostrare questa sua tesi. 4’33’’, che vedremo poi, non è infatti la sua unica opera a tema “silenzio” che si è trovato a comporre. Ad esempio soli pochi mesi prima di 4’33’’ il musicista aveva composto il brano Waiting, pezzo dominato da un lungo silenzio interrotto solamente da un breve ostinato.
E’ nel 1952 che la mente di John Cage da origine a uno dei brani più controversi contemporanei, 4’33’’, un opera per “tutti gli strumenti”, divisa in tre movimenti, che consiste nel non suonare nessuno strumento. Lo spartito riporta come unica indicazione “tacet” alias una pausa lunga tutto il pezzo dalla durata di 4 minuti e 33 secondi.
Il brano debuttò a New York il 29 agosto 1952 non riuscendo fino in fondo nel suo intento trovandosi di fronte un pubblico che non era riuscito a capire il suo messaggio. Cage in risposta al pubblico e alla critica disse:
Non hanno capito. Non esiste il silenzio. Quello che credevano fosse silenzio, poiché ignoravano come ascoltare, era pieno di suoni accidentali. Durante il primo movimento si poteva sentire il vento che soffiava dall’esterno. Durante il secondo movimento gocce di pioggia cominciavano a picchiettare sul tetto, e durante il terzo la gente stessa produceva ogni genere di suono interessante parlando o uscendo dalla sala
Questa opera, indipendentemente dal debutto triste avuto col pubblico, era la conclusione del lavoro di Cage con la quale ha provato a dimostrare che il silenzio assoluto non esiste e non è altro che un’utopia.
La scelta della durata non è casuale, infatti la mente eccelsa di Cage aveva optato per i 4 minuti e 33 secondi che sono per l’esattezza 273 secondi. Come mai proprio 273? Basti sapere che lo zero assoluto è posizionato a -273,15°C ed è una temperatura irraggiungibile cosi come il silenzio assoluto secondo l’esperimento di Cage.
4’33’’ è un brano che è entrato nella storia, un brano che non può che essere ascoltato dal vivo. Un’opera che ha stravolta il senso che si aveva d’esecuzione musicale fino a quel momento. Se con gli altri brani a essere imprevedibile era il concetto base che stava alla realizzazione dell’opera, 4’33’’ invece è l’esatto opposto. Si conosce l’idea di base “il silenzio” e a essere imprevedibile è l’esecuzione che varia sempre a seconda degli ambienti, delle persone e del momento.
Oggi, 12 agosto ricorrono i 25 anni dalla sua scomparsa. Un personaggio dall’indubbio ingegno e che ha dato un apporto notevole al mondo della musica ma che nonostante questo non è conosciuto da tutti e spesso viene ignorato. Doveroso ricordarlo in questo giorno.
Grazie a lui ora possiamo essere certi di una cosa: il silenzio non esiste, esistono solo ascoltatori distratti.
Christian Gusmeroli