Sicilia terra di nessuno, comincio così le mie riflessioni in questo articolo, citando una pellicola del 1939 del regista Mario Baffico tratta da due novelle di Pirandello Requiem aeterna dona eis Domine e Romolo. Già nel lontano 1939 si avevano problemi di censura, in quanto alcuni aspetti sociali trattati nel film non erano graditi al Regime Fascista, guarda caso in qualche modo c’entra sempre la politica.
Per quanto riguarda invece le opere di Pirandello rispettivamente la prima è incentrata sulla lotta di un paese per il “diritto di umanità“, ossia la possibilità di seppellire i propri defunti nella terra in cui si vive e lavora, e la seconda sulla figura di un uomo che aveva fondato un centro abitato.
Volendo riprendere e ricontestualizzare il concetto di diritto di umanità, potremmo soffermarci sul senso di rispetto che si deve avere verso la vita umana, verso l’uomo in senso lato, diritto che già le istituzioni dovrebbero garantire e fare in modo che sia rispettato tra gli uomini stessi, e non dimentichiamoci che chi rappresenta l’uomo “cittadino” e “essere umano” parte dalla condizione di uomo inteso come persona.
Posto che come si dice “tutto il mondo è paese”, in questa particolare circostanza, mi limito a porre delle riflessioni, prima che come giornalista, come siciliana, che osserva ciò che accade attorno a sé e in particolare mi fermo in Sicilia. Osservando attorno vedo la terra tremare, la natura ribellarsi, e le persone appartenenti a quei piccoli paesini dell’entroterra siciliano destreggiarsi tra strade, o meglio “trazzere”, inesistenti e abitare in case che sono rimaste case solo per metà, ma ovviamente bisogna attendere i tempi burocratici prima che si possa fare qualcosa, quindi se anche dopo un anno vivono arrangiandosi non ha importanza.
Vedo sindaci imporre tasse e porre condizioni amministrative tali da mettere in difficoltà i commercianti di una metropoli quale è Palermo, senza pensare a trovare soluzioni che possano agevolare i commercianti e facilitare lo spostamento a piedi dei cittadini, ma è più semplice risolvere tutto chiedendo soldi, sarà forse per fare cassa?
Vedo extracomunitari vagare per le città e i vari paesini a chiedere elemosina a chi ha già fatto elemosina ad altre tre persone prima.
Vedo coetanei costretti ad andare via perché non c’è spazio per loro poter lavorare nella propria città, e sono rimasti in pochi quelli che vogliono lottare per rimanere.
E poi ci sono i raccomandati, un sistema sanitario inesistente, il pubblico che non funziona, la formazione che “non educa” ecc.ecc.ecc. Sicuramente è più semplice manipolare un popolo ignorante e malato.
La verità è che le persone, nella terra del sole e dell’accoglienza, sono arrabbiate, tristi e nervose, perché uno stipendio non basta più, perché mancano le condizioni per vivere, ormai si sopravvive.
Dall’altra parte ci sono tante parole, promesse, e si parla di grandi strumenti, ed è vero che esistono questi strumenti, ma come vengono impiegati? Per chi e cosa vengono impiegati?
Per qualcuno la speranza si accende quando si avvicinano le elezioni amministrative, perché pur di avere quei tanto famigerati voti si è disposti a tutto, pure a mentire, dicendo che verrà garantito loro un lavoro.
E allora mi chiedo e vi chiedo dov’è il “diritto all’umanità”?
Concludo queste riflessioni generiche con un paragrafo tratto dal: MANIFESTO/DICHIARAZIONE PER IL RICONOSCIMENTO UNIVERSALE, POLITICO, GIURIDICO E SPIRITUALE DELL’UMANITÀ:
…I diritti fondamentali dell’Umanità: L’Umanità ha diritto alla vita, a mantenere la propria unità indissolubile, alla felicità, alla libertà, alla sicurezza, alla salute, all’educazione, ad uno sviluppo organizzativo sano e armonioso delle proprie istituzioni, di tutti i propri sistemi, apparati e componenti. L’Umanità ha diritto di intervenire, in caso di minaccia o di pericolo, per la sicurezza collettiva mondiale, ovunque nel mondo, o per la salvaguardia dei diritti di gruppi ed etnie o dell’ambiente, negli affari interni e nei territori di giurisdizione delle nazioni. Diritto di concepire e realizzare progetti per il benessere di tutta l’Umanità, di legiferare, di far eseguire e applicare le normative internazionali anche con l’uso della forza se ciò dovesse essere necessario, purché sia espressione universale e ben soppesata sul piatto della bilancia della giustizia…