Una cara amica patita per i Coldplay mi ha intimato di accompagnarla al concerto che si terrà a Milano il 3 luglio del prossimo anno. Dopo una serie di perplessità accetto questo “invito” e mi lascio convincere della bellezza che vado a vedere nonostante costi quanto una settimana di lavoro. Il 6 era la data prestabilita per la vendita e lei come una guerriera stava di fronte al pc con la carta in una mano, il mouse nell’altra e il sito Ticketone sempre acceso. Quel giorno non ho avuto sue notizie ma non mi sono preoccupato. Il giorno dopo verso l’ora di pranzo mi chiama e soddisfattissima mi comunica che avevamo il posto prenotato per il concerto più bello dell’anno a Parigi. “Parigi? Ma non era Milano?”. “Erano finiti ma visto che Parigi sta poco più in la non credevo cambiasse molto”. Cambia solo nazione ma non è questo il problema. Il problema è come sia stato possibile che la mia agguerritissima amica non abbia fatto in tempo a prendere uno dei 140000 biglietti a disposizione nonostante sia stata per 72 ore sul sito di Ticketone.
La spiegazione l’apprendo questa mattina leggendo Il Fatto quotidiano. Dalle parole che leggo c’è stata una sorta di piccola truffa o meglio una presunta truffa. In pratica il 6 ottobre è stata aperta la vendita solo per i possessori di American Express e per gli iscritti a LiveNation. Per tutti i comuni mortali la vendita è iniziata il 7 alle 10 ma in quela data e in quell’ora sembrerebbe che i biglietti non erano già più disponibili o impossibili da acquistare per vari motivi tecnici. Ve lo spiegheranno meglio le parole di Altroconsumo che denuncia il fatto ” Sia dalle segnalazioni che dalle prove che abbiamo effettuato tutti i biglietti disponibili erano già esauriti nel giro di pochi minuti e durante la fase di scelta e acquisto del biglietto il sito presentava enormi difficoltà di accesso e navigazione” Continuando la loro denuncia Altroconsumo chiede di “valutare il comportamento di Ticketone e di mettere in atto strumenti e misure necessarie per evitare che migliaia di biglietti siano acquistati e successivamente rivenduti anche a prezzi spropositati su circuiti secondari”.
In sostanza qualcuno avrebbe comprato un bel numero di biglietti per poi rivenderli come un novello bagarino tecnologico. Per questa bella tarantella, ancora da verificare, io sono costretto ad andare fino a Parigi e tutto l’ambaradan mi costerà come un viaggio in Giappone. Però va bene la bellezza va pagata, il problema è che io ho pagato la bruttezza di questa vicenda. Spero vivamente che non ho potuto avere il biglietto per colpa della lentezza informatica della mia consulente all’acquisto, altrimenti sarebbe una truffa che non deve passare impunita.