234 anni fa il primo volo in mongolfiera

Il 14 dicembre 1782 ad Annonay, in Francia, i fratelli Montgolfier effettuarono il primo volo con un prototipo di mongolfiera.

Fu Joseph, il fratello maggiore, ad avere la geniale intuizione. Si dice che tutto ebbe inizio dall’osservazione di un fuoco e dal suo modo di far sollevare ripetutamente alcuni panni che vi erano stati posti sopra ad asciugare. Nel novembre del 1782, mentre si trovava ad Avignone, Joseph cominciò a fare degli esperimenti mirati: ispirato da una questione militare attuale di quei tempi (ovvero quale fosse il modo migliore per attaccare la fortezza di Gibilterra), costruì con un sottile foglio di legno e del taffetà una scatola, sotto la quale accese un falò di carta. Subito l’oggetto si alzò in volo e andò a colpire il soffitto del laboratorio.

A quel punto, Joseph sentì il bisogno di coinvolgere il fratello Jacques Étienne, dalla mente meno creativa ma più orientato agli affari, nella costruzione di un mezzo molto più grande. “Presto, procurati una buona dose di taffetà e di corde, e ti mostrerò uno dei più sbalorditivi fenomeni al mondo!” gli scrisse, e poco dopo i due fratelli si riunirono per collaborare alla realizzazione dell’incredibile progetto.

mongolfiera
Fonte: pinterest.com

234 anni fa esatti, la creazione dei fratelli Montgolfier prese il volo; purtroppo, la spinta iniziale fu così potente che essi ne persero il controllo, e la mongolfiera andò distrutta all’atterraggio dopo un volo di circa duemila metri.

Ciononostante, Joseph e Jacques Étienne non si diedero per vinti e il 5 giugno 1783 decisero di mostrare al pubblico il funzionamento dell’aerostato ad aria calda. Quella volta il volo andò bene. La notizia di tale successo raggiunse subito Parigi, in cui il fratello minore si recò per effettuare altre dimostrazioni.

Il 19 settembre 1783 Étienne fece volare una nuova mongolfiera, chiamata “Aerostate Révellion”, con a bordo un gallo, un’oca e una pecora; questa volta ad assistere furono nientepopodimeno che Re Luigi XVI e la Regina Maria Antonietta, insieme a un’enorme folla radunatasi nel palazzo di Versailles. Malgrado un piccolo incidente di percorso, i tre animali atterrarono sani e salvi dopo un volo della durata di circa 8 minuti.

Incoraggiato dal successo di questo esperimento, Jacques Étienne Montgolfier (che in tutta la sua vita ebbe modo di sperimentare il volo in aerostato una volta sola, a differenza del fratello che non vi mise mai piede) cominciò a costruire un nuovo mezzo che potesse essere in grado, questa volta, di trasportare un equipaggio umano. Lo storico volo avvenne il 21 novembre di quello stesso anno, con un’eccezionale durata di 25 minuti. Era fatta.

La mongolfiera è, ancora oggi, un’invenzione di grande fascino, alimentato anche dalle molte pagine di letteratura classica in cui se n’è parlato. A questo proposito, è interessante notare come ne “Il giro del mondo in 80 giorni” di Jules Verne (1873), che tutti conosciamo e associamo al suddetto mezzo, in realtà la mongolfiera non compaia mai. “Colpa” della stragrande maggioranza delle copertine delle varie edizioni, che ne riportano una rappresentazione per il semplice fatto che venne utilizzata in molti film ispirati a quest’opera. Verne invece scrisse ampiamente della mongolfiera in “Cinque settimane in pallone”, volume di racconti risalente a dieci anni prima del “Giro del mondo”: qui, l’autore francese previde che il futuro dell’aeronautica sarebbe stato fatto da mezzi più pesanti dell’aria. E’ forse questo il motivo per cui Verne decise di non parlare del pallone aerostatico nella sua opera più famosa.

Francesca Fiacco

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