“Ancora una vittima del cyberbullismo” tuonano i giornali, resta però da capire: vittima di chi?
Si chiama Leanne Morrison la mamma 23enne che si è tolta la vita nel giorno del suo compleanno a causa del cyberbullismo
Leanne Morrison ha un bambino di 4 anni. È molto giovane e, come la maggior parte dei ragazzi della sua stessa età, trascorre del tempo sui social network. La situazione però precipita quando viene a conoscenza dell’esistenza di un profilo Tinder con le sue credenziali ma non gestito da lei. È da qui che inizia l’incubo. Un incubo da cui Leanne non ha avuto il coraggio di svegliarsi. Come? Forse sarebbe bastato che fosse sparita dal mondo virtuale. Forse no.
Leanne e la sua depressione mascherata da un sorriso
Come afferma il Blasting News, la ragazza è stata molto male a seguito della separazione dal papà di suo figlio Mason. Lo stato depressivo si è ripresentato molto più forte di prima quando gli attacchi sui social sono divenuti assidui. La nonna della ragazza, dopo la sua morte, ha rilasciato una dichiarazione al Daily Mirror:
Ho parlato con lei la sera prima del suo compleanno. Mi ha detto che aveva visto un medico di recente. Nessuno aveva capito quanto stesse male. Aveva tanti ottimi amici, ora il suo piccolo è la nostra più grande preoccupazione.
Leanne si è tolta la vita nel giorno del suo compleanno. Nella città di Stirling, nel Regno Unito, la ragazza è uscita a festeggiare con gli amici il suo giorno. Di ritorno a casa si è tolta la vita.
Mentre la famiglia accusa del gesto i bulli della rete e chiede che sia fatta giustizia, resta da capire cosa sia realmente accaduto.
I social network hanno realmente una forza tale da ridurre a nulla la vita di tutti coloro i quali ne fanno parte? La debolezza nasce dall’attacco sulla piattaforma virtuale o dalla mancanza di forza di volontà? Bisogna voler vivere e bisogna avere la forza di farlo, anche senza social network o connessione a internet. La vita è un’altra cosa. O forse no?