Ho sentito dire che la gogna è una cultura made in Italy.
Ma voi lo sapevate che… Non è necessario essere Amy Winehouse per soffrire di depressione e disturbi alimentari?
E che non è necessario essere Matteo Renzi per subire un linguaggio pari a 1000 merde, 1900 sparati, 1297 crepa, di prima mattina, insieme al caffè con il cornetto?
Analogamente non è necessario essere Vittorio Sgarbi per pavoneggiarsi a rispettabili critici d’arte contemporanea, e non è necessario avere un benchè minimo motivo per decidere arbitrariamente di mandare alla gogna un altro essere umano.
Non è necessario chiamarsi Tiziana Cantone per togliersi la vita, esasperati da questa illogica corsa verso una cattiveria sempre più subdola, meschina, nascosta da una valanga di tasti neri e dita troppo vigliacche per avere il coraggio di mettersi a nudo.
Non è necessario possedere alcun requisito specifico per entrare a far parte di questo micidiale teatro dell’assurdo. Se non… Cavalcare la tastiera del pc come se fosse un mastino da guerra, e forse… Essere italiani. Pizza, mafia, mandolino e… Gogna.
Non sono qui per parlare unicamente del caso di Tiziana Cantone. Mi sentirei prolissa e ridondante se facessi ciò; più di quanto io già non sia cosciente di esserlo.
Stiamo parlando di esseri umani nati e cresciuti nelle viscere di questo Bel Paese, che sta vivendo una crisi linguistica e grammaticale senza precedenti, sfiorando addirittura l’umano rispetto.
Esseri umani che si amalgamano perfettamente ad una società plastificata, modellandosi a piacimento come individui di gomma, ospiti d’onore di questa gigantesca e maestrale festa in maschera, che rappresenta ormai la nostra intera esistenza.
Una persona un giorno mi ha detto che mantenere un‘identità, personale e profonda, in questa società dominata dall’amore sporco, è diventato oramai un prezioso privilegio.
Consideriamo i rom come esseri inferiori, che vivono nell’immondizia, creando oasi schifose e puzzolenti, dove vivono per loro scelta. Esattamente com’è una loro scelta quella di rubare, maltrattare i loro bambini costringendoli a mendicare.
La sola cosa che non riusciamo mai a considerare è quella di soffermarci, anche solo due secondi, per guardarci allo specchio. Di cosa abbiamo paura?
Non possediamo più la capacità di vedere cosa c’è oltre al nostro naso; la sola cosa che ci riesce bene è puntare il dito contro qualcuno, non importa chi, e mandarlo alla gogna.
Una persona un giorno mi ha detto che mantenere un’identità, personale e profonda, in questa società dominata dall’amore sporco, è diventato oramai un prezioso privilegio.
Può anche succedere che, per difendere questa, qualcuno ci rimetta la vita stessa.
“La gogna è un metodo: è praticata dalla politica, è coccolata dai giornali e dalle televisioni. E’ uno stile di vita comunemente accettato.”
Benvenuti nell’epoca dei pirati della navigazione. Abbasserò un pochino la maschera, solo per voi, per potervi offrire il mio sguardo, nel momento in cui vi accompagno nella foresta più fitta e pericolosa di questa società dominata dall’amore sporco.
Stiamo parlando di 3,6 milioni di italiani che navigano perennemente, ovunque si trovino: a casa, in ufficio, in palestra, sul tram, e persino quando sono seduti sulla tazza del wc. Pare che al giorno d’oggi non sia più possibile andare di corpo senza un palmare, un PDA, uno smartphone…
Può addirittura succedere, seguendo l’ondata di stile made in Italy e il clima morale che pulsa vivo nella pancia della nostra penisola mediterranea, che tu abbia un’idea, e proprio perchè siamo in un Paese estremamente democratico, che si fonda sulla libertà di pensiero, può addirittura succedere che tu venga messa alla gogna per questa tua idea.
Del resto il Medioevo ce lo siamo lasciati alle spalle soltanto da poche decine di secoli; adeguarsi a concetti astrusi come “libertà di pensiero” non è certo da tutti.
“Si afferma così una parlata maligna, composta da umori, essudati, pernacchie, flatulenze […]
E’ una grammatica fuori controllo che ha liberalizzato il turpiloquio, l’insulto e l’invettiva personale come fossero veraci manifestazioni di libertà e non segnali d’imbarbarimento”.
L’avvento della gogna, chiaramente, ha arricchito il lessico italiano di termini sprezzanti, carichi di odio digitale e gognatico.
Adesso anche uomini colti e rispettabili possono esordire con un “Vaffanculo” su Twitter, senza alcun timore di apparire volgari.
Un vaffanculo è diventato sinonimo di virilità, ancor più della ceretta inguinale e del sopracciglio ad ala di gabbiano. Un Vaffanculo è più macho di un’abbronzatura da muratore.
Un Vaffanculo è la prassi, un Vaffanculo sigla un contratto, un Vaffanculo risolve ogni cosa.
“Abbiamo perso l’abitudine al dialogo, allo scambio di idee, alla voglia di sapere con pacatezza i nostri perchè. Oggi l’incontro è sostituito dallo scontro, la curiosità e la sapienza sono stati rimpiazzati dalla stizza e dal disprezzo”.
_Non sono vegana. Coraggio, lapidatemi.
_Non desidero un numero di figli superiore a… Ehm… forse a zero. Chi può dirlo. Coraggio, ammazzatemi. Sono una maledetta egoista. Vaffanculo.
_Nella mia vita mi sono fatta innumerevoli foto in bikini.
_Sono una donna di quasi 27 anni, in passato mi sono resa protagonista di un filmino hard. Coraggio, massacratemi.
“Stai girando un video? Bravo.”
Abbiamo già macchiato le nostre sporche coscienze di sangue innocente. Mica vorremo fermarci qua. Milioni di persone ancora attendono il loro momento. La loro gogna.
E’ sufficiente distruggere. Basta un tastino per giustiziare.
E’ qui che si capisce il vero pericolo che scorre lungo le linee invisibili della penisola italiana.
La cultura alla gogna è una vera e propria cultura al massacro.
Volete davvero sapere cosa penso? Personalmente, da questa drammatica storia, ho dedotto che spesso e volentieri non esistono grandi differenze tra il fanatismo dei fondamentalisti islamici e la nostra moderna civiltà occidentale, dominata dall’amore sporco.
Una persona un giorno mi ha detto che mantenere un’identità, personale e profonda, in questa società dominata dall’amore sporco, è diventato oramai un prezioso privilegio.
Credo che mi sentirò terribilmente sporca e trasgressiva, ma difenderò, aggrappandomici con le unghie e con i denti, questa mia preziosa identità.
[citazioni tratte da “Il Foglio” http://www.ilfoglio.it/cultura/2016/09/17/gogna-mediatica-tiziana-cantone-web-m5s___1-v-147631-rubriche_c165.htm]
Elisa Bellino