Oggi 21 settembre ricorre la Giornata internazionale della Pace, istituita dalle Nazioni Unite nel 1981.
Un momento per riflettere, sull’assurdità dei conflitti e delle guerre che insanguinano il Pianeta.
L’Onu invita tutti i cittadini del mondo a rinnovare il proprio impegno per la non-violenza.
La Giornata” – scrive Ban Ki-moon – “vuole anche essere un’occasione per proclamare il cessate il fuoco nel mondo intero per un giorno: ventiquattro ore di tregua dalla paura e dall’incertezza che affliggono così tante regioni del Pianeta. Oggi, quindi, invito tutti i Paesi e tutti i combattenti a rispettare la cessazione delle ostilità e chiedo che alle 12, ora locale, si osservi un minuto di silenzio. Dovremmo sfruttare il silenzio delle armi come occasione per riflettere sul prezzo che tutti noi stiamo pagando a causa dei conflittie dovremmo inoltre impegnarci con decisione a trasformare questo giorno di tregua in una pace duratura. Durante questa Giornata Internazionale, facciamo a noi stessi la promessa: che la pace diventi una passione e non una mera priorità. Impegniamoci a fare di più, ovunque e in qualunque modo possibile, affinché ogni giorno sia un giorno di pace.”
Secondo quanto riportato da L’Internazionale, le guerre al mondo sono tra le 31 e 37 ed è purtroppo impossibile rintracciare tutte le informazioni sulla maggior parte dei conflitti.
Quindi ricordiamoci e fermiamoci a riflettere, almeno per un momento, sui conflitti di Paesi quali Siria, Iraq, Afghanistan e Ucraina, il Sud Sudan e il Darfur, della Nigeria, della Repubblica Democratica del Congo, della Somalia, dello Yemen, della Libia, della Repubblica Centroafricana e del Pakistan e dei conflitti, che serpeggiano in Paesi come l’India, la Tailandia, la Turchia, la Birmania, il Mali e l’Etiopia.
Purtroppo l’elenco, attualmente, non si esaurisce qui.
Sono tante le iniziative ufficiali lanciate in questo giorno da associazioni e organismi internazionali per sensibilizzare le coscienze e soccorrere le persone coinvolte nei conflitti.
Persone che hanno perso tutto e che, ogni giorno, devono lottare per dare da mangiare ai propri figli.
Concludo con una dichiarazione di Ertharin Cousin, Direttrice esecutiva del WFP:
“Oggi è il momento in cui le persone si uniscono attraverso regioni e culture per un mondo libero dalla fame e pacificato.” – spiega Ertharin Cousin – “L’assistenza alimentare, in periodi di conflitto, ha un ruolo fondamentale nel salvare vite umane e alleviare le sofferenze. Il cibo riunisce e tiene insieme le famiglie. La sicurezza alimentare dà una speranza alle famiglie in tempi disperati eliminando, nel contempo, il loro bisogno di ricorrere a misure estreme e pericolose quale unico mezzo di sopravvivenza.”