Il 2024, il caldo estremo e i suoi effetti sulla salute

caldo estremo

Sono morte più di 47.000 persone a causa del caldo estremo in Europa nel 2023 e quest’anno la tendenza è molto simile. Lo studio, pubblicato su Nature Medicine, ha analizzato i dati di temperatura e mortalità di 35 Paesi europei.

Caldo estremo e ripercussioni sulla salute

Lo scorso mese è stato il luglio più caldo mai registrato e questa ondata di caldo estremo sembra non volersi attenuare. Ma che conseguenze ha sulla nostra salute? La risposta ci viene data da un articolo comparso su Nature Medicine, nota rivista scientifica, e non è affatto buona. Secondo lo studio, infatti, a causa del caldo estremo, nella sola Europa ci sarebbero state quasi 50.000 vittime (47.690 per la precisione) e di queste quasi un quarto si sarebbe verificato in Italia.

Tutta l’Europa è investita da un aumento medio delle temperature molto più veloce del resto del mondo, ma a pagarne le conseguenze peggiori sono i paesi dell’Europa meridionale: Italia, Spagna e Grecia. E il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, complici le emissioni di gas climalteranti e dell’influsso negativo di El Niño, la principale corrente atlantica in grado di influenzare (negativamente) le temperature dell’intero globo.

“L’Europa, in particolare, si sta riscaldando a un ritmo due volte più veloce della media globale, con crescenti impatti sulla salute dovuti al caldo estremo estivo. Lo stress da calore estremo è la principale causa di morte legata al clima nella regione. Le temperature estreme aggravano le condizioni croniche, come malattie cardiovascolari, respiratorie e cerebro-vascolari, peggiorano la salute mentale e i disturbi legati al diabete.”

Hans Kluge, direttore generale OMS Europa

Per questi motivi, le ondate di calore e, in generale, il caldo estremo rappresentano un problema soprattutto per gli anziani e per le donne incinte.

Caldo estremo e mitigazione

“Gli effetti negativi del surriscaldamento climatico sono in gran parte prevenibili attraverso buone pratiche di sanità pubblica: se saremo meglio preparati per una regione europea più calda, salveremo molte vite, ora e in futuro.”

Hans Kluge



E la buona notizia è che le politiche di adattamento urbano che stanno adottando le città europee sembrano funzionare: maggiori aree verdi e minori superfici cementate, infatti, per quanto poco stanno abbassando le temperature nelle città e offrono piccole isole di “refrigerio” alle persone che le vivono. A questo, inoltre, si aggiungono una maggiore sensibilizzazione della cittadinanza e una tempestiva comunicazione dell’arrivo delle ondate di caldo estremo. Senza queste misure, secondo lo studio, si sarebbe registrato un aumento dei decessi pari all’80%.

“I processi di adattamento della società alle alte temperature hanno ridotto drasticamente la vulnerabilità legata al caldo e il carico di mortalità delle ultime estati, soprattutto tra gli anziani. Siamo meno vulnerabili al caldo rispetto all’inizio del secolo, probabilmente come risultato del progresso socioeconomico generale, del miglioramento dei comportamenti individuali e delle misure di salute pubblica come i piani di prevenzione del caldo attuati dopo l’estate da record del 2003”

Elisa Gallo, ricercatrice e prima firmataria dello studio.

Caldo estremo: la situazione del 2024

Le temperature medie globali sono sempre più alte, e a dircelo non è solo l’ondata di caldo estremo che sta investendo l’intera penisola ma anche il termometro. Stando alla statunitense Noaa (Amministrazione nazionale atmosferica e oceanica) lo scorso luglio è stato il più caldo mai registrato ed è il quattordicesimo mese consecutivo di caldo record per il pianeta. Se prendiamo, invece, i dati di Copernicus, luglio è stato il secondo più caldo mai registrato, perdendo di pochissimo con il luglio 2023.

In ogni caso, il dato non è certo rassicurante. La temperatura media globale di luglio è stata di 15,8 gradi centigradi, ossia 1,21 gradi superiore al periodo pre-industriale. E considerando che l’obiettivo di Agenda 2030 dell’ONU è di contenere entro gli 1,5 gradi il rialzo delle temperature per evitare scenari sempre peggiori, si direbbe che i risultati non siano particolarmente rassicuranti.

Come se non bastasse, il 2024 è candidato a diventare l’anno più caldo mai registrato e, se anche così non fosse, entrerà comunque nella top 5. Le ondate di caldo estremo stanno investendo moltissime aree del mondo, e il Mediterraneo è solo una delle tante. Perciò, rimanendo nell’ambito del rapporto caldo estremo/mortalità, sarà necessario mettere in atto strategie di adattamento e di mitigazione ben più efficaci perché, come dice lo studio di Nature Medicine:

“L’adattamento sociale alle temperature in aumento ha svolto un ruolo cruciale nella prevenzione della mortalità, ma lo sforzo rimane ancora insufficiente”.

Arianna Ferioli

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