Magnitudo 6.0 o 6.2? Questa è la domanda che viene posta ad Alessandro Amato, sismologo dell’lstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dopo il terremoto di Amatrice, la cui notizia è stata riportata anche nei
giornali esteri come 6.2.
La differenza risiede intanto sull’utilizzo delle due scale che hanno misurazioni differenti, come spiega l’esperto, in un articolo pubblicato su www.nationalgeographic.it,
“La magnitudo Richter si usa da tanti anni perché è veloce da calcolare. Anche su carta era un procedimento rapido, che attraverso degli appositi grafici e un sismografo Wood Anderson, chiamato così in onore dei suoi inventori, permetteva di calcolare l’ampiezza massima del terremoto. Quando un terremoto rompe una faglia, tuttavia, emette molte frequenze diverse tra loro. Nel caso dei grandi sismi si tratta di energia a basse frequenze, che il sismografo Wood Anderson non è in grado di misurare con precisione. Per un terremoto importante, magari in grado di spostare la faglia di 100 chilometri, otterrò una misurazione inferiore e poco precisa”.
A tal proposito è stata presa in esame la scala della magnitudo momento, che consente di registrare anche le frequenze molto basse dando un valore reale rispetto alla vera energia del sisma, ed è quella che viene presa in considerazione dalla stampa straniera quando devono riportare i dati del sisma.
Se si parla di un valore entro o poco superiore al 6.0, come nel caso del terremoto di Amatrice, la prima misurazione Richter fornisce immediatamente un valore affidabile.
Però l’INGV ha già fornito anche il valore della magnitudo momento, calcolato successivamente in quanto necessita anche di una verifica umana e non solo da parte dei calcolatori, e anche in questo caso il risultato è 6.0, a questo proposito Amato ha affermato che:
“La differenza, secondo noi, è dovuta al fatto che le tecniche di misurazione sono simili ma cambiano i dati e il modello di propagazione delle onde sismiche usato per riprodurli. Noi elaboriamo i dati della rete sismica nazionale, registrati entro poche centinaia di chilometri dall’epicentro, e li riproduciamo attraverso un modello tarato sulle caratteristiche del territorio italiano. Il risultato, dunque il valore della magnitudo, è più realistico rispetto a quello di altri istituti, che sfruttano dati provenienti da diversi centri europei o mondiali e li riproducono su un modello meno specifico per quanto riguarda le particolarità del territorio. Queste stime sono caratterizzate da un’incertezza molto elevata, perché i calcoli sono mediati su tanti sismometri, su zone diverse, deviazioni di propagazione delle onde sismiche. Da un insieme di dati posso ottenere magnitudo di 5.8, da un altro 6.3. Perciò alla fine farò una media. L’incertezza stimata associata a questo valore è di circa 0.3, il che significa che parliamo di differenze non significative”.
L’intervista completa che è possibile trovare sul sito del National Geographic, è un’analisi che potremmo definire scientifica e che si allontana dalle affermazioni di un utente, che stanno facendo il giro dei social, in cui si afferma l’intenzione di falsare la magnitudo per non pagare i cittadini, facendo riferimento ad una legge presentata dal Governo Monti che afferma che se il sisma supera il 6.1 paga lo Stato diversamente gli enti locali. Sul sito www.lastampa.it è presente un video breve in cui in modo molto semplice è spiegato che la norma di cui si parla è l’art. 2 del decreto n°59 del maggio 2012 che comunque non è mai stato convertito in legge, e sono spiegati inoltre i parametri per calcolare in modo corretto l’entità del sisma.