Eccoci tornati amici di Ultima Voce con la nuova rubrica sportiva: “Racconti Europei”, che ci accompagnerà da qui fino alla fine dell’Europeo in Francia 2016, in cui approfondiremo le più interessanti e particolari storie sul Campionato Europeo di Calcio.
La storia di oggi potrebbe essere raccontata in versione cinematografica dal mitico John Sturges, autore del famosissimo “Fuga per la Vittoria”, uscito circa 30 anni prima di questi Campionati Europei. La motivazione è molto semplice, il 1992 viene ricordato, a livello internazionale, tanto per la nascita dell’Unione Europea, grazie al trattato di Maastricht, quanto per la continua guerra nei Balcani che sta dilaniando l’Europa ed il mondo intero a causa delle atrocità a cui si assiste.
Infatti dobbiamo partire proprio da qui per raccontare la nostra favola. Sembrerà strano, ma se da una parte c’è una straordinaria storia calcistica che sicuramente è rimasta negli annali del calcio per l’emozione che è riuscita a trasmettere, dall’altra c’è il racconto di una guerra terribile, che ha scioccato il mondo, per le motivazioni e la ferocia con cui venne combattuta.
Ed è proprio la guerra che causa l’inizio della favola. La Jugoslavia era pronta a partecipare all’Europeo in Svezia, grazie alla vittoria del Girone 4, conquistata contro una Danimarca che non le lasciava tregua, indietro di un solo punto in classifica. Da qui in poi il calcio c’entra molto poco. Purtroppo la parola passa alla guerra, che vede la Croazia, la Slovenia e la Bosnia dichiarare l’indipendenza, togliendo alla Jugoslavia la possibilità di essere rappresentata in un campionato di Calcio in Europa, nella quale dimostra di non saper più convivere. Questo porta all’automatica qualificazione della Danimarca, che intraprende così quella che sarà la sua più spettacolare avventura calcistica.
La fase finale è composta da due gironi di 4 squadre ciascuno, con Olanda e Svezia decisamente in vantaggio sulle altre squadre, una per le spettacolari giocate degli attaccanti rossoneri Gullit e Van Basten, l’altra per il centrocampo stellare che sostiene Dahlin in attacco. E così la Svezia chiude prima nel suo girone davanti ad una Danimarca in grado di eliminare la Francia di Papin allenata dal Roy Michel Platini e un’ Inghilterra deludente; Dall’altra parte, l’Olanda rispetta il pronostico e si assicura il primo posto davanti alla Germania per la prima volta unificata.
Il gioco espresso nelle semifinali è la perfetta rappresentazione delle squadre in campo. L’Olanda dall’attacco fenomenale gioca una partita di puro offensivismo, lasciando solo tre uomini in difesa, e offrendosi agli attacchi della più modesta Danimarca. Che nonostante fosse qualitativamente meno forte, era di sicuro più organizzata ed equilibrata, caratteristica che la porta ad agguantare un pari insperato, ed una vittoria ai calci di rigore ancora più a sorpresa.
Nell’altra semifinale la Germania batte batte 3 a 2 la Svezia padrona di casa, non senza soffrire però. In vantaggio per 3 a 1 fino all’88° minuto, subisce un ulteriore goal che rischia di compromettere la gara, vista la furia degli Svedesi nella ricerca della finale. Ma questa volta va tutto bene al C.T. Tedesco Berti Vogts, che però non impara la lezione, e in finale toglie il cervello alla propria squadra, il regista Sammer che le garantiva equilibrio e ordine.
Convinti che la buona sorte della Danimarca si sia ormai esaurita, e ormai spavaldi di vincere, i Tedeschi prendono goal già al 18° minuto e si riversano in attacco alla disperata ricerca del pareggio, che però non arriva, e anzi compromette ancora di più il risultato a dieci minuti dalla fine con il secondo goal della più organizzata Danimarca, che infine può alzare la Coppa.
Il calcio è così, un giorno sei convinto di non poter partecipare al torneo, e un mese dopo sei lì ad alzare la coppa, con gli occhi di tutto il mondo a cercare di capire come abbia fatto una Cenerentola come la Danimarca, da ripescata, a vincere un torneo con così tanti campioni nelle fila avversarie.
Ovviamente l’unica macchia di questa splendida cavalcata rimarrà l’esclusione della Jugoslavia per motivi politici e di guerra. Guerra che non ha niente a che fare con il calcio, questa volta incapace di unire i popoli fratelli.