“E come tutte le più belle cose, vivesti solo un giorno come le rose.” Fabrizio De Andrè
Son rose, son come rose. La vita stessa è come rosa. Bella, tremendamente bella: dillo, però, ad un bambino appena nato, che piange perché tutta quella luce lo spaventa.
L’amore è come rosa. Meraviglioso, ispirazione delle più belle poesie: convinci chi deve liberare il suo cuore da tutte quelle spine, le stesse che tolgono il respiro ed avvelenano il sangue.
La felicità è come rosa. Si schiude, profuma, ed è eleganza, delicatezza, bellezza: parlane con chi, per evitare di esserne ancora tentato ed illuso e deluso, abbassa lo sguardo passando davanti ad un roseto. Perché fa male vederla, la felicità, e non riuscire a stringerla.
Il passato è come rosa. Come i petali di rosa conservati tra le pagine di un libro: sono ricordo che diventa emozione, che diventa tensione verso qualcosa di nuovo. Descrivilo a chi, dal suo passato, è dovuto fuggire, in qualche modo, per raggiungere il presente. Un presente che deve rendere onore al passato, distinguendosi da esso.
Il futuro è come rosa. Tutto lì, tra le dita, nella mano, per sentirne l’impercettibile peso, l’insostenibile leggerezza. Rassicura chi, del suo futuro, sa solo che dovrà impegnarsi concentrando tutte le qualità che possiede, affinché sia come lo desidera. Affinché egli stesso, egli stessa, divenga ciò che è, affinché divenga ciò che è nascosto tra le pieghe di una Storia da srotolare.
Il presente, ogni oggi, ogni adesso è come rosa. Il tempo è come rosa. Come rosa con spine. Ed è bello così. Anzi, forse è bello proprio perché è così: ché se non avesse le spine, noi non useremmo accortezza.
E le spine, hanno il loro valore. Come disse qualcuno “Con tutte quelle spine, puoi costruirci un violino”: per suonare la tua melodia, quella che ti porti dentro da sempre, come ogni rosa porta in sé il suo segreto. E forse è vero che per essere artisti, artiste, veri artisti, vere artiste, bisogna essere infelici: di una infelicità intima, segreta, amica, amante ed amata. Perché senza quella infelicità, non saremmo chi siamo. Come una rosa, che senza le spine non sarebbe una rosa. Non sarebbe la rosa.
Quella per cui la vale la pena di vivere anche un solo giorno, purché sia il suo Giorno. Purché sia il nostro Giorno.
Deborah Biasco